La rinascita dell’usato: perchè piace tanto agli italiani?

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una nuova tendenza nel nostro paese, e cioè un forte cambiamento nella percezione del riutilizzo. Complici anche le app che permettono di mettere in vendita capi usati e oggetti di uso quotidiano con il minimo sforzo, gli italiani sembrano aver abbandonato i vecchi pregiudizi sull’usato, per abbracciare la strada del ‘second-handed’, già molto amato dagli altri paesi europei.

Boom dell’usato: quali sono i motivi di questo nuovo stile di vita?

Le persone oggi sono sempre più interessate ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e ai problemi dell’ambiente. In questa direzione, la politica dell’usato permette di minimizzare gli sprechi e di rimettere in circolo gli oggetti, donando loro una seconda vita.

Dietro a questa nuova abitudine, vi sono sicuramente anche ragioni legate agli spazi di casa: vendere permette di liberare armadi dal superfluo, in modo da creare posto per quello che ci interessa davvero, ottenendo così maggiore ordine all’interno delle mura domestiche.

Tra le altre motivazioni, vi è anche un riscoperto piacere di vendere: vedere i propri capi apprezzati da tante persone, che si battono per aggiudicarsi il prezzo migliore, è motivo di grande soddisfazione . Sia che si tratti di una vetrina fisica, pensiamo per esempio ai negozi di vintage che stanno sempre più conquistando le nostre città, che online, attraverso app e annunci, sapere che una persona a noi sconosciuta apprezza il nostro stile ed è disposta a spendere soldi per farlo suo, è davvero piacevole.

Non solo, vendere oggetti significa entrare a far parte di una community di condivisione e scambio, e ciò ci dà la possibilità di trovare ciò che stavamo cercando da tempo, o acquistare brand di lusso a prezzi convenienti.

L’Italia oggi: dalla società fondata sul possesso a quella del riutilizzo

Quello della vendita dell’usato è un concetto molto ampio, che va ben oltre il risparmio e il riordino in casa, ponendosi infatti come obiettivo quello del consumo etico, critico e consapevole.

Si tratta di un consumo improntato alla sostenibilità, in quanto non è possibile smaltire tutto ciò che continuiamo a produrre se non vi è un recupero.

Ma a chi dobbiamo questo radicale cambiamento? Senza dubbio ai Millennials, ovvero i nati tra gli anni ’80 e il 2000, i giovani che con il loro smartphone sempre a portata di mano, sono costantemente alla ricerca di occasioni di scambio e vendita online.

L’economia circolare, ne sentiamo parlare sempre più spesso, sembra aver davvero conquistato il cuore degli italiani: produrre, consumare, vendere e, soprattutto, modificare l’usato in modo creativo per dargli una nuova vita, sono lo specchio di una sempre più tangibile evoluzione socio-culturale.

Stop ai pregiudizi: l’italiano si fa più consapevole

Fino a pochi anni fa, il consumismo aveva creato una grande differenza tra nuovo e usato, addicendo a quest’ultimo un’immagine negativa: in pratica, se acquisti usato è perché non puoi permetterti il nuovo.

Fortunatamente, questa concezione, che è riuscita a plasmare orientamenti e desideri per molto tempo, oggi è considerata obsoleta e superata.

Dobbiamo dire grazie ad internet per questo, in quanto la migliore reperibilità delle informazioni e l’accesso alle vetrine di tutto il mondo con un semplice click, ha fatto sí che tutti potessero ispirarsi ad altre culture, che già acquistavano e vendevano usato da molto tempo senza considerarlo sinonimo di povertà.

Piano piano l’usato sta conquistando nuovi spazi: dai mercatini in strada ai negozi ben organizzati e puliti, boutique arredate con gusto ed un tocco di glamour; dimentichiamoci quindi degli oggetti sporchi dei rigattieri, l’usato oggi è venduto solo se in perfette condizioni.

La concezione dell’usato sembra quindi aver fatto veri e propri passi da gigante, conquistando anche un paese difficile come l’Italia, incentrato sulla produzione di capi di lusso e da sempre diffidente verso approcci di riutilizzo.

Finalmente, l’usato non è più qualcosa di serie B, anzi piuttosto è rivalutato come un’esperienza, uno stile di vita che si è liberato dai preconcetti.