Tortona ai tempi del panico collettivo

Ammettiamolo. Se non fossimo già abitanti di Tortona e leggessimo la cronaca locale, gireremmo alla larga dalla nostra cittadina. Strade dissestate, “marciapiedi e angoli adornati da ogni tipo di sporcizia e olezzanti di aromi non propriamente piacevoli!”, criminalità dilagante. Verità o terrorismo psicologico?Un interessante punto di vista è stato espresso da un nostro lettore che afferma:

“la nostra zona sembra peggio del Bronx negli anni ’70. Ma questa è una vecchia tecnica della comunicazione: se io continuo ad affermare un concetto, prima o poi esso diventerà verità. Ma il primo antidoto a questo modo falso di fare notizia rimane quello di chiedersi: a chi giova? Chi ci guadagna? Personalmente ho un’opinione. Come sempre le buone notizie non fanno notizia… Molto meglio le cattive! Molto meglio montarle, creare un clima altrettanto cattivo, spingere sulle paure e suo bassi istinti delle persone fino a creare la violenza tanto desiderata”.

Noi di KK Tortona siamo molto d’accordo con questa breve e lucida analisi. Assistiamo ad una discrepanza notevole tra la Tortona descritta davvero impietosamente da ‘qualche giornale’ fin troppo noto ai più e la città reale nella quale passeggiamo ogni giorno. Noi siamo stati i primi ad ironizzare su qualche pecca di Tortona e tortonesi ma davvero viviamo in un luogo così lurido e in scacco alla criminalità? Suvvia, certo che no. A giudicare dall’accorata lettera di una lettrice presso uno di ‘quei giornali’, sembra che le cacche dei cani sommergano via Emilia come l’acqua i canali di Venezia. Alt,alt,alt. Siamo forse alle prese con un processo mentale tanto assurdo quanto inesorabilmente efficace, per cui quello che mi dicono i media diventa la realtà che vedo, a dispetto della realtà che è davanti ai miei occhi?

Si parla di ‘codice rosso’ per la sicurezza, si auspica l’intervento dell’esercito per le nostre strade e chissà, magari qualche omone in tuta mimetica impedirà al mendicante di turno di dirmi: “Ciao bèla. Hai moneta?”. Nessuno nega che esista disagio e criminalità. Nessuno nega che sia rischioso aggirarsi in luoghi oscuri alle tre di notte ma non più rischioso che in altre cittadine. Houston abbiamo un serio problema. Perché la nonna ripete come un mantra: “Tortona non è più quella di una volta! Andate a casa subito!” alle sette di sera del 3 agosto. Qualcuno cede ad una sorta di coprifuoco autoimposto e qualcun’altro si fa accompagnare sotto casa dopo la pizza, alle dieci di sera. Un conto è la prudenza, un conto è subire la paura che qualcun’altro ci instilla goccia dopo goccia nell’orecchio a suon di: “allarme criminalità”, “italiano aggredito”, “escrementi di cane”, “suicidio indotto dai tortonesi”. Poco tempo fa KK Tortona aveva fatto un articolo per accogliere la proposta di un cittadino che desiderava dare risalto alla suo desiderio di una palestra all’aperto. Le risposte dei concittadini furono disarmanti: non si può fare perché i vandali la distruggerebbero subito, come è accaduto al parco Castello o in altre zone, ormai in preda a teppisti e criminali. Sconforto e disillusione, insomma. Solo un faro nella nebbia, una ragazza che proponeva la sola via d’uscita a questo clima di pessimismo e sconforto: riprendersi la città vivendola. Passeggiare per le strade, frequentare i parchi, animare i locali. Altrimenti si cade in un circolo vizioso dal quale non si esce. Per l’amore di Dio, basta spaventapasseri. Alzate gli occhi dallo smatphone e godetevi Tortona che come tutte le città, è lo specchio di chi la abita.

E’ quasi primavera Tortona!

 

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