Intervista a Seventeen17: il giovane cantante risponde in esclusiva alle domande di KontroKultura.

Intervista a Seventeen17: il giovane cantante Rayan Ramfar, in arte Seventeen17, risponde in esclusiva alle domande di KontroKultura, mostrandoci gli inizi della sua carriera ed esponendoci il suo modo di fare musica, indirizzato soprattutto ai giovani e al loro mondo.

Domanda: Quando e come è nata la tua passione per la musica? Oltre al rap hai provato ad approcciarti anche ad altri generi musicali?

Risposta: All’età di 12-13 anni ho iniziato a scrivere i primi testi, ma solo a 14 anni ho trovato il coraggio di registrarli. Ho iniziato a comporre per amore, stavo male e avevo bisogno di scrivere, di dedicare parole e sfogarmi.
In realtà non mi definisco un vero e proprio rapper. Seguo e rispetto tutta la cultura hip hop e proprio per questo motivo non mi definisco tale. Mi reputo un artista, faccio un tipo di rap molto pop, con strumentale melodiche, ritornelli cantati e testi profondi, a differenza del rap che, oltre le ovvie eccezioni, contiene le cosiddette “punchline”, testi auto celebrativi e via discorrendo.

D: In che momento la tua esperienza musicale è approdata nel professionismo?

R: A 16 anni ho firmato con la mia prima etichetta discografica indipendente ma non sì poteva definire un vero e proprio lavoro. Si può parlare di lavoro dal momento in cui c’è un vasto pubblico pagante. Direi che la vera avventura è nata dopo l’esperienza televisiva. Ho detto “iniziata” perché subito dopo avevo una fanpage di 5 mila like. Da solo sono arrivato ai quasi 60mila attuali. Ci tengo a precisarlo perché la tv mi ha dato una piccola spinta ma non ha svoltato per niente la mia carriera. È stato tutto uno sviluppo lento, studiato passo per passo e costruito con solide fondamenta per non rischiare di sparire nel nulla come molti artisti. Per questo motivo non saprei dirti esattamente quando ho iniziato a guadagnare bene da considerarla una vera e propria professione.

D: Nel corso della tua attività da cantante ti sei mai trovato a dover affrontare delle delusioni e delle difficoltà apparentemente insuperabili?

R: Purtroppo sì, tantissime. Quando ho iniziato avevo pochissima gente che mi seguiva e io sognavo di avere tanti fan quanti ne avevano i miei rapper preferiti. Una volta raggiunti però, ho passato più tempo ad aspettare risposte da parte di grosse case discografiche che a fare i dischi. Purtroppo è un mondo davvero cattivo e spietato. Non farsi fregare dagli squali che sono a capo di queste multinazionali è davvero difficile. All’inizio ero solo un artista che voleva fare arrivare la sua musica a più gente possibile, poi a mie spese ho dovuto imparare a diventare manager di me stesso per non farmi fregare da tutte queste persone. Una volta raggiunti i numeri che sognavo di avere vedevo che non avevo ancora un contratto discografico completo di tutto ciò che volevo, molte case discografiche erano interessate ma per un motivo o un altro non si arrivava mai ad un accordo che mi soddisfacesse del tutto. Oppure ricevevo risposte negative o non ne ricevevo affatto. Quando non lavori, non studi e punti tutto su questo serve una grossa forza di volta per superare le porte in faccia e diventa davvero facile cadere in depressione e avere un blocco psicologico dubitando di te stesso e delle tue potenzialità. Grazie a dio ho avuto la mia famiglia (mia madre in primis) e miei migliori amici a ricordarmi quanto valgo.

Seventeen17 ha quasi raggiunto quota 60mila like su FaceBook.
Seventeen17 ha quasi raggiunto quota 60mila like su FaceBook.

D: Esiste una persona famosa che hai preso come esempio e di cui condividi la filosofia di vita?

R: Tutta la vita sheldon Cooper. Bazinga!
Se parli di persone vere, ne ho diverse. Leggo molti libri e avrei l’imbarazzo della scelta. Da grande fan della WWE ti direi che mi piace molto il messaggio che porta avanti John Cena. Mai arrendersi, essere sempre onesti, rispettosi, buoni. Guadagnarsi le cose senza usare scappatoie, dimostrare di essere al top. Ho scelto questo esempio perché John Cena è stato il mio idolo fin da ragazzino.

D: Che interessi hai al di fuori della musica?

R: Sono un lottatore di arti marziali miste, probabilmente parteciperò alla finale del venator guerrieri italiani su fox sports (in onda su Sky). Mi alleno quattro ore al giorno al Bulldog Clan di Castel Maggiore.
Sono un amante del cinema. Sono un collezionista di dvd, cofanetti, Action Figures e i vari merchandising dei film che amo… camera mia sembra un museo!
Ho molti film preferiti, tutti quelli della Marvel, Star Wars, Star Trek, Harry Potter, Batman, Fast & Furios, Il Signori degli Anelli… e potrei continuare ancora a lungo!
Sono un fan sfegatato di The Big Bang Theory, possiedo tutte le stagioni in dvd!
Amo i super eroi e infatti leggo moltissimi fumetti. I miei preferiti sono Spiderman, Batman, Iron Man e Wolverine.

D: Al momento stai lavorando al tuo prossimo album. Se dovessi descriverlo in poche parole, cosa diresti?

R: Nel mio primo album, “Lontano da me”, regalandolo ai fans in freedownload ho ricevuto un feedback pazzesco. Ho testato il mercato con risultati più che soddisfacenti. Quell’album era un mix di lavori che ho elaborato dai 16 ai 18 anni e, come ho detto prima, non trovando case discografiche ho sempre rimandato l’uscita ritrovandomi a 18 anni con inediti validissimi di due anni prima. Non avevo ancora una vera e propria identità artistica. Nel nuovo

album mostrerò la mia arte al 100%. Sarà un disco “rap-pop” melodico, serio, studiato e sopratutto mai banale. Non saranno i classici 15 pezzi d’amore. Ogni pezzo sarà diverso dall’altro, parlerò delle varie sfumature dell’amore, mi guarderò dentro e racconterò dei vari vuoti che sento e dei demoni con i quali combatto e convivo ogni giorno. Sarà un disco serio, non ci saranno pezzi dance, “ignoranti”, futili o lontani dal mio personaggio. Ho trovato la mia identità artistica e penso vi piacerà molto.

Il primo album di Seventeen17, "Lontano da me", disponibile in freedownload, ha avuto un enorme successo.
Il primo album di Seventeen17, “Lontano da me”, disponibile in freedownload, ha avuto un enorme successo.

D: Quale consiglio daresti ad un ragazzo che vorrebbe intraprendere un’avventura nel mondo del rap?

R: Innanzi tutto di essere il più originale possibile e di non copiare nessuno. Io sto funzionando perché ho un modo tutto mio di vedere la musica, ed è questo che vuole la gente. Nessuno vuole vedere la copia della copia della copia. Essere umili, quindi non fare testi auto celebrativi quando oggettivamente non hai fans. Fare musica per se stessi, per un proprio bisogno interiore e non per il “successo”. Se non ne senti la motivazione dentro di è meglio se cambi obiettivo. Se spacchi sarà la gente a cercarti.

D: Cosa pensa la tua famiglia di ciò che fai?

R: Mia madre è la mia fan numero uno. Abbiamo avuto molti litigi quando da ragazzino mollai la scuola per fare questo, ma grazie a lei ho preso la decisione di continuare a studiare in una scuola privata recuperando gli anni (perito informatico) ed oggi non posso che ringraziarla di tutto l’aiuto e il sostegno che mi ha dato. Quando hai un sogno, è fondamentale che chi ami creda in te. Se così non fosse ti demoralizzi mentalmente e psicologicamente, vivendo un eventuale successo come una sorta di rivincita nei confronti dei tuoi cari e non ci sarebbe amore in questo.

D: Esiste un rapper al quale ti ispiri e che prendi come esempio?

R: Seguo molto la scena rap italiana (e americana) in Italia, da quando andavo alle elementari stimo moltissimo Fabri Fibra musicalmente ma anche le sue idee mi affascinano. Anni fa lessi il suo libro, tuttora quando capita lo rileggo. Quando agli inizi lavoravo in una fabbrica per pagarmi i video, nelle cuffie ascoltavo le sue interviste, il pensiero che portava avanti mi piaceva molto. Apprezzo moltissimo anche Fedez, non l’ho mai incontrato ma mi piace molto ciò che dice e i messaggi che porta avanti. Sembra anche una bella persona e lo seguo molto. Questi sono i due rapper che ammiro anche al di fuori della musica, per il resto seguo principalmente tutta la scena rap conosciuta e sono un fan di molti, non mi vergogno a dirlo, ma non mi ispiro assolutamente a nessuno. Da ragazzino mi ispiravo a molti e rischiavo di diventare una fotocopia.

D: Al giorno d’oggi come si fa ad essere preso in considerazione da una casa discografica? Esistono delle qualità particolarmente ricercate dai discografici?

R: Purtroppo, non esiste più la casa discografica che ti prende per la musica che fai. Contano i numeri. Perciò, se non avete migliaia e migliaia di visualizzazioni e di persone che vi seguono evitate anche di contattarle perché non serve a niente e ben che vi va vi prendono un sacco di soldi per produrvi un disco che non uscirà mai. Dovete fare tutto da soli agli inizi, essere manager di voi stessi. FaceBook è un mezzo più potente della televisione e dei giornali se sapete usarlo, vi mette in contatto con tutto il mondo. Una volta che avete i numeri giusti, se avete fortuna, vi prenderanno in considerazione. È tutto business, di amore per la musica e per l’arte non è rimasto niente. Ricordatevi quanto valete e non svendetevi mai.

D: Quali sono i valori che intendi trasmettere con i tuoi brani?

R: Mi dispiace molto vedere le nuove generazioni distrutte. Iniziano ad avvicinarsi alla droga e agli alcolici in età spaventose pensando di avere una vita “sesso, droga e rock n’ roll”, senza capire che così facendo sì distruggono il futuro. Penso che sia per via dei vari idoli che hanno al giorno d’oggi, la maggior parte di essi rapper che parlano della droga in modo così continuativo da farli sentire come loro se utilizzata, così che il ragazzino che la utilizza pensi “ora sono come lui, spacco come lui”. Sentendo varie interviste, alcuni rapper rispondono dicendo: “Io non mi sento responsabile di nessuno, io sono un cantante e non devo educare la gente, spetta ad altri questo compito”. Come dargli torto? Possiamo dare la colpa ai genitori, alla TV e via discorrendo ma io nel mio piccolo voglio mandare messaggi positivi parlando dell’amore e di come sì possa essere speciali anche senza seguire la cosiddetta massa. Ecco perché ho sempre cercato di differenziarmi, non faccio uso di nessun tipo di droga, nelle canzoni parlo principalmente di sentimenti e chi mi segue nei vari social sa anche del mio lato nerd. So che non sono tenuto ad esserlo, ma voglio essere d’esempio per i giovani. Per essere felice non hai bisogno della droga, del consenso di tutti facendo ciò che fanno gli altri per piacere o farti notare. Così facendo porterai solo una maschera talmente pesante da non capire più chi sei veramente. Arriverai al punto di non avere più una tua personalità, non avere più idee tue, avrai sempre paura di ciò che pensi e tutto ciò ti rovinerà il futuro. Vorrei insegnare questo ai giovani che mi seguono, anche al di fuori dai dischi.

Seventeen17, con la sua musica, spera di poter dare un esempio positivo ai giovani.
Seventeen17, con la sua musica, spera di poter dare un esempio positivo ai giovani.