Partita IVA 2023 e maternità: ecco a chi spetta questa indennità

L’arrivo di un bebè può essere una delle cose più emozionanti che possano capitare a un padre o a una madre. Sarà sicuramente un momento di transizione e cambiamento in cui bisognerà tenere conto di molte cose, dalla preparazione della stanza per il neonato ai pannolini o ai vestiti di cui potrebbe aver bisogno, senza dimenticare, giustamente, alla futura mamma che avrà anche lei bisogno non di poche attenzioni.

Al di là di tutto il resto, non dobbiamo perdere di vista la parte pratica su come affrontare la nuova situazione che si presenta. Sicuramente a questo proposito la maternità con regime forfettario 2023 sarà una delle preoccupazioni principali per chi possiede una di queste partite iva e ha l’idea di ingrandire la propria famiglia.

Innanzitutto va chiarito che non solo i lavoratori con contratto di lavoro subordinato hanno diritto alla maternità. Questo diritto spetta anche alle future madri titolari di Partita Iva (anche in regime forfettario e non solo con regime ordinario). Naturalmente, purché siano soddisfatti determinati requisiti.

Requisiti che devono essere soddisfatti

  • Per avere il diritto alla maternità, si deve necessariamente essere in regola con tutti i pagamenti dei contributi. Per questo motivo, se c’è ancora un pagamento dilazionato da effettuare, è meglio recuperare prima di inoltrare la richiesta.
  • Sarà inoltre necessario essere iscritti alla gestione dell’Inps. Se per caso si hanno dei dubbi su questo aspetto, meglio fare una consulenza con il proprio commercialista.
  • Infine, per poter godere di tale compensazione con la partita IVA, è obbligatorio svolgere una delle seguenti attività: artigiana, commerciante, coltivatore diretto, colona, mezzadra, imprenditrice agricola professionale o pescatrice autonoma della piccola pesca.

Solitamente si parla di congedo di maternità, ma abbiamo voluto aprire una parentesi importante per chiarire che questo tipo di indennità può corrispondere anche al padre se questi rispetta una serie di condizioni. Solamente, per semplicità, ci riferiamo all’indennità di maternità.

In ogni caso, se è il padre a voler richiedere tale sostegno economico, può farlo a condizione che:

  • Sia iscritto come lavoratore autonomo alla Gestione Separata INPS.
  • Il reddito che abbia dichiarato nell’anno precedente non supera il limite di 8.145€.
  • La madre è deceduta o ha una grave malattia.
  • La madre ha abbandonato il bambino (da attestare mediante compilazione dell’apposita dichiarazione di responsabilità)
  • Sia il padre a cui è stata affidata, in via esclusiva, la tutela del minore (articolo 155 bis del codice civile)

Chiarito questo, che è sicuramente un punto importante da tenere in considerazione, va detto che la Legge di Bilancio 2022, pubblicata il 31 dicembre 2021 in Gazzetta Ufficiale, ha introdotto alcune importanti novità sia per la maternità che per la paternità congedo, tra cui spicca il fatto che si aggiungono tre mesi ai cinque già concessi di base (che erano pensati per i due mesi antecedenti al parto e tre per i mesi successivi), in alcuni casi specifici.

Per ottenere 3 mensilità in più si deve dimostrare che nell’anno precedente rispetto all’inizio del congedo di maternità il reddito fosse inferiore al limite fissato di 8.145 euro.

Come e quando presentare la domanda

La domanda si può presentare per via telematica attraverso il portale dell’INPS, attraverso il servizio dedicato a questo fine. In alternativa, si può fare domanda attraverso il contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure da rete mobile al 06 164 164. Come ultima alternativa esiste l’opzione di presentarsi agli enti di patronato e intermediari dell’istituto.

Rispetto a quando questa domanda può essere presentata dai lavoratori autonomi a parto avvenuto.

Ma ora ti starai chiedendo a quanto ammonta il versamento da parte dell’INPS. Una volta presentata la domanda (in possesso dei requisiti) e accettata, l’importo dell’agevolazione che può essere previsto è pari al totale di cinque mensilità (se non sono soddisfatti i requisiti annessi per avere più mensilità) retribuite all’80% del reddito professionale dichiarato nel secondo anno precedente a quello in cui viene presentata la domanda.

Inoltre, durante i primi tre anni di vita del neonato, le donne con partita Iva in regime forfettario, aspettano sei mesi di congedo parentale, durante i quali si percepirà un’indennità pari al 30% della retribuzione.

Casi particolari

“Nel caso di gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza, sulla base degli accertamenti medici di cui all’articolo 17, comma 3, del decreto legislativo 20 giugno 2022, n. 105” si è previsto per le lavoratrici autonome il diritto all’indennità giornaliera anche per i periodi antecedenti ai due mesi prima del parto.

Inoltre, se parliamo di adozione o affidamento nazionale di minore, questa indennità è stata pensata per i 5 mesi successivi all’effettivo ingresso in famiglia del minore adottato o in affidamento. Nei casi di adozioni o affidamenti preadottivi internazionali spetta anche un’indennità di cinque mesi come stabilito dall’articolo 26 del TU.