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Economia: deflazione in calo ma rischio non sventato

I dati mostrano come la deflazione nell’eurozona in marzo abbia subito un rallentamento, mentre il tasso di disoccupazione, nel mese di febbraio, è leggermente diminuito.
L’Ufficio statistiche dell’Unione europea ha rilevato che i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,1%, a fronte di un calo dello 0,3% avvenuto il mese scorso.
La pressione al ribasso sui prezzi ha avuto origine dal calo dei costi energetici, che ora però sembra aver subito un livellamento.

Nel mese di febbraio, il tasso di disoccupazione nell’eurozona è sceso dall’ 11,4% al 11,3%. La riduzione totale del numero di disoccupati nei primi tre mesi dell’anno è il risultato migliore dal 2007. I valori suggeriscono che le aziende sono state sempre più disposte ad intensificare le assunzioni, incoraggiate dai prezzi più bassi del petrolio, da un euro marcatamente debole e da un forte stimolo da parte della Banca centrale europea. Quest’ultima, infatti, ha annunciato nel mese di gennaio un programma di allentamento quantitativo per l’acquisto di attività per oltre 1,1 miliardi di euro entro il settembre 2016, al fine di pompare denaro nel sistema bancario, per rilanciare l’economia dell’eurozona.

Tale programma è stato avviato proprio nel mese di marzo e le ultime proiezioni indicano che l’inflazione tornerà vicino al 2%, ossia all’obiettivo statutario fissato dalla BCE, entro il 2017, grazie soprattutto alla ripresa del petrolio.
Frattanto, però, Jonathan Loynes, figura chiave di Capital Economics, ha dichiarato: “Gli ultimi dati sull’inflazione dell’eurozona non sono sufficienti per sperare che il rischio di un prolungato periodo di deflazione sia sventato” .

La deflazione, quindi, continuerebbe ad essere una minaccia per l’Europa. Il perché? Un calo continuato dei prezzi è certamente una manna per il consumatore, ma innesca una catena di terribili effetti per l’economia: le imprese guadagnano meno ed hanno meno liquidità, il che le porta a ridurre la produzione e ad assumere meno e questo conduce all’aumento della disoccupazione e ad una riduzione della moneta circolante nel Paese.

Eppure, il piano della BCE non è visto di buon occhio da Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, secondo cui la deflazione è un semplice effetto del crollo dei prezzi energetici ed è quindi destinata a scomparire.
Ma allora, dove starà la verità?

 

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