Il terzo (ed anche ultimo) articolo della serie “trilogy” è arrivato.
Come già specificato nel primo articolo della serie (Il PocoLoco ed il suo proprietario un pò “loco”), ed anche nel secondo (Niutàun nella old city: una crazy punk band creata da due generazioni), sono tre interviste effettuate nello stesso giorno ma con differenti personaggi.
In questo articolo ci sarà l’intervista ad un uomo, anzi un artista, della scena rock/metal italiana: Pino Scotto.
Mr. Scotto è stato cordialissimo e disponibile, e merita un ringraziamento, perché non tutti nella sua posizione sarebbero così malleabili.

pino scotto
Pino Scotto

Intervista
Domanda: cosa ne pensi delle reunion che fanno molte bands?
Risposta: A me le reunion puzzano, mi sanno di sfigati, quando non sanno più cosa fare ecco che vecchie bands tornano insieme. Quando si riuniscono lo fanno solo per soldi, perché se ci si separa non c’è più voglia di portare avanti il progetto oppure non si ha più nulla da dire, che motivo c’è per riunirsi? Guarda quelle m…e dei Litfiba, si son sputati in faccia per anni poi quando nessuno li ca..va più da soli, allora son tornati insieme.

D: perché molti gruppi italiani, seppur validi, non riescono a sfondare come ad esempio i gruppi provenienti dal Nord Europa? C’è un motivo per cui gli italiani non vanno avanti?
R: certo che c’è un motivo, arriviamo da un paese di sfigati, dove questo genere non è mai stato apprezzato. Poi per l’estero, per il resto del mondo, noi italiani, anche se c’è chi dice che va a suonare fuori, siamo sempre il paese della “pizza e mandolino”, non cambierà mai niente,
D: quindi anche se si canta in inglese non c’è un minimo di possibilità di andare avanti?
R: non serve a niente, oggi ognuno può andare a suonare all’estero; ad esempio suonare all’estero per molti è fare un tour nei localini, non ti danno una lira, devi pagarti tutto tu, compreso il viaggio, alla fine vai e torni e non ti è servito a niente.
Conta che all’estero oggi per questo tipo di musica c’è un quarto dello spazio che c’era anni fa, anche lì ormai il metal è quasi sparito completamente, gli unici paesi che lo tengono ancora in considerazione sono i paesi del Nord.

D: a proposito di questo, Pino, oggi non c’è quasi più il “classico”, ma c’è molta sperimentazione con elettronica, rap etc. C’è possibilità di tornare alle origini?
R: C’è eccome, lo dico da anni, bisogna tornare al blues e riscrivere la storia musicale da capo. Possiamo farlo anche noi italiani, perché abbiamo i musicisti, abbiamo le band bravissime e competitive, da circa quindici anni, con tutto il resto del mondo. In America lo stanno già facendo da qualche anno, con bands come ad esempio i Black Stone Cherry.
Comunque bisogna tornare agli anni ’70 e riscrivere la storia della musica, cercando di fare un’altra strada; è dura, difficile, ma è l’unica strada da fare, anche perché il metal sono quasi venti anni che si sta arrotolando su se stesso, sono tutte fotocopie delle fotocopie delle fotocopie. Poi quando spariranno quei pochi nomi storici, rimarranno delle tribute bands.
Un’altra cosa importante è che le major non vendono più con una band con la quale si potrebbe lavorare; non essendoci più soldi per i dischi, la gente non compra più, preferisce scaricare, le etichette non hanno più soldi da investire, magari c’è una band con la quale si può lavorare, ma non essendoci più soldi non si va avanti.

D: perché nei vari paesi europei una persona può avere il look che vuole fino a 100 anni, mentre in Italia a 30 anni una persona, uomo, deve tagliarsi i capelli, “vestirsi bene”, e deve lasciare la musica (che pare sia una cosa da ragazzini)
R: Sono i soliti stereotipi che non cambieranno mai, e per cambiare ci vorranno ancora un po’ di generazioni. In realtà è già cambiato tanto, ma ci vorranno decenni per arrivare ai livelli di come sono, ad esempio, in Inghilterra.

D: come affronti le tournee oggi e come le affrontavi quando eri più giovane.
R: è solo questione di passione, perché se uno pensa di farlo per lavoro ti passa pure la voglia, sia per la questione economica, sia per le soddisfazioni. La passione è l’unica cosa.
Sai, ho fatto un album di cover, sempre per il discorso delle fotocopie delle fotocopie, ero nauseato dal fatto che i gruppi che sento in giro son tutte fotocopie delle fotocopie, ed ho voluto recuperare un po’ della tradizione italiana di vari artisti come: Celentano, Battiato, Tenco etc. Li ho scelti per i testi. Oggi sento questi personaggi in Italia come Ligabue e Vasco Rossi, non ho ancora capito cosa cantano, non si schierano, hanno tutti paura, eppure son pieni di miliardi, e non sanno più cosa fare. Hanno trovato l’italiota, la massa ignorante, e si sono attaccati a questi, ma non hanno i co….ni. Tornando a noi, ho scelto anche cinque pezzi della storia del rock che mi piacciono, da Elvis Presley fino ai Motorhead, e poi ci sono due inediti.
Tutto questo per dirti che questa è la mia passione, non so se sono bravo a scrivere o a cantare, ma questa è la mia passione e non me la deve toccare nessuno. Ad ottobre farò 66 anni e nessuno deve toccarmi questa cosa, e c’ho la stessa passione di quando ho iniziato (avevo 16 anni).
L’energia è portata dalla passione, noi siamo in giro da una settimana, loro domani ripartiranno per Milano, io invece farò quattro date con Blaze Bayley and the Dragons. Praticamente siamo sempre in giro, facciamo all’incirca cento date l’anno.

D: Pino cosa ne pensi dei gruppi che escono dai reality che vengono tenuti così tanto in considerazione.
R: L’unica cosa che riconosco a quella furba della De Filippi è che ha capito tutto. Praticamente cosa ha fatto? Quando si sono inventati quella cosa lì, il Grande fratello, si aspettavano che le persone facessero delle figure di m…a, e che una volta uscite la gente come minimo gli avrebbe sputato in faccia, invece no, la gente applaudiva, allora cosa ha fatto lei, vista la crisi discografica che c’è? Ha inventato il Grande fratello della musica. Hanno messo quattro ragazzine a cui dicono quando devono piangere, urlare e litigare. Tutto studiato a tavolino.

D: I tuoi gruppi preferiti?
R: sempre bands anni ’70. Ancora oggi io ascolto blues, Deep Purple, Led Zeppelin. Ed io sono convinto che negli anni ’70 è stato scritto tutto ciò che era da scrivere, c’è stata un po’ una rinascita negli anni ’80 con il glam fatto dai migliori che ancora oggi sono i Motorhead, le altre bands son tutte loro fotocopie.

D: perché sono spariti il metal classico, l’heavy metal, il rock, l’hard rock? Forse è stata la troppa voglia di sperimentare?
R: non saprei, i motivi son tanti. Io lo dicevo anni fa, quando hanno iniziato a venir fuori queste bands che ragliavano invece di cantare: questo permetterà a qualsiasi st….do di cantare.

D: Cosa ne pensi delle cover band e tribute bands?
R: penso che fare cover sia una grande scuola, ma quando sei giovane…poi devi prendere la tua strada. Conosco gente che fa tributi ai Queen o AC/DC da vent’anni, quelli sono solo operai che non c’entrano niente con la musica.

D: Spero tu non ti offenda, ma volevo farti una domanda. Quando ero piccola ti confondevo sempre con un altro personaggio, Ozzy, e mi chiedevo perché una volta parlavi in Italiano e una volta no. Questa somiglianza è voluta oppure no?!
R: ma non è che è lui a somigliare a me, visto che son più vecchio io?!

Conclusione

Pino Scotto si è prestato all’intervista volentieri, ha risposto senza presunzione, e vedendo il suo spettacolo direi che la passione lo rende immortale. Uno spettacolo durato due ore abbondanti, con una voce che non ha nulla da invidiare ad un giovincello, insomma un eterno ragazzo nel corpo di un 66enne. Tanta ammirazione per chi ancora crede nella passione, per chi non si è uniformato alla massa solo per far soldi. Per chi si schiera, e per chi ha il coraggio di dire le cose.
Non so se i suoi ragionamenti siano giusti o sbagliati, certo è che ne sa sicuramente più di tantissimi, giovani e non giovani.

Little english summary
This is the last article of the “trilogy”. In this interview I asked some questions to one of the most famous artist of the Italian rock/metal scene. Mr. Pino Scotto was so nice and he answered me with simplicity and cordiality.

Question: What do you think about the reunion of the bands?
Answer: I think that the reunions are lame, because if a band decided to split, they have nothing to say. And so the reunion is only for business.

Q: today pure metal doesn’t exist anymore, there is more experimentation with rap, electronic and so on. Is there a possibility of a return to the origin?
A: I said that many years ago, we need to return to the blues and to re-write the history of music.

Q: What do you think about tribute and cover bands?
A: I think that it’s a good school for the youngsters, but I think that if you play covers for many years, you aren’t a musician, you are only a performer.

I thank Pino Scotto for the “lessons”, because he’s 66 years old and he still has the energy he had when he was young. He’s a stage lion. I don’t know if his way of thinking is right or wrong, but he surely has many things to teach, to youngsters and those not so young anymore!

Barbara Andreini