Una petizione contro il topless di Anna Tatangelo per la LILT

La campagna punta ad offrire un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia, utilizzando in maniera pretestuosa l’invito a “fare prevenzione”. Questo il commento delle blogger-medico

Petizione contro il topless di Anna Tatangelo per la campagna Nastro Rosa 2015

La foto a seno semi-scoperto di Anna Tatangelo, divulgata nell’ambito dell’annuale campagna di prevenzione rivolta alle donne e promossa dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), sta facendo molto discutere.

Alcuni gruppi di donne, contrarie alle modalità con cui la stessa si è esplicata nell’edizione in corso, hanno manifestato la propria disapprovazione sui social, e in particolare su Facebook, dando vita a una polemica (clicca qui per i dettagli) di proporzioni inattese, che ha suscitato pareri discordanti nell’opinione pubblica. Numerose e in continua crescita le adesioni alla petizione sostenuta da un gruppo di blogger-medico per chiedere il ritiro della campagna Nastro Rosa 2015. Si stanno unendo al folto gruppo medici e infermiere dei reparti di chemioterapia di tutta Italia e, con grande sorpresa, anche molte giovani donne, le stesse cui la propaganda dovrebbe essere diretta.

Di seguito è riportata la lettera sottoscritta dalle firmatarie e indirizzata al ministro per la Salute Beatrice Lorenzin:

Le sottoscritte desiderano esprimere profondo sconcerto di fronte alla campagna Nastro Rosa 2015, la cui testimonial è una nota cantante ritratta a torso nudo, con le braccia a coprirne in parte i seni. Una posa che rappresenta un salto di qualità, di segno negativo, rispetto alle edizioni precedenti della campagna. Negli anni passati, infatti, a rappresentarla erano state scelte donne, sempre appartenenti al mondo dello spettacolo o dello sport e non colpite dalla malattia, che, tuttavia, erano state ritratte vestite e in atteggiamenti più consoni al tema. Per l’anno in corso, invece, la campagna punta ad offrire un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia, utilizzando in maniera pretestuosa l’invito a “fare prevenzione”, espressione ambigua con la quale ci si riferisce comunemente all’adesione ai programmi di screening per la diagnosi precoce del cancro al seno attraverso mammografia. Anche a livello nazionale dunque la LILT ha scelto di avvalersi di un uso strumentale del corpo femminile, come è già accaduto negli anni scorsi per campagne di gusto per lo meno dubbio, quali quelle promosse ad esempio dalla sezione di Torino che, nell’ottobre del 2014, ha patrocinato l’iniziativa Posso toccarti le tette?