Hard disk, tra backup e paure di perdere i dati

Impossibile contare quanti dati immagazziniamo ogni giorno nei nostri archivi digitali, a cominciare dagli hard disk. Ecco perché i guasti e problemi rischiano di crearci seri grattacapi, nonché conseguenze economiche gravi per le imprese. E non si tratta di situazioni poco frequenti.

Il buon senso dice che effettuare un backup dei propri dati è una pratica che mette al riparo da eventuali problemi al supporto; tuttavia, tra il dire e il fare c’è di mezzo il proverbiale mare, e difatti la quota di utenti che quotidianamente esegue questa operazione è molto bassa, perché subentrano fattori come la distrazione, l’impossibilità materiale di procedere alle copie, la semplice dimenticanza o la noia per la routine e il tempo che ci sottrae. Questioni che non fanno altro che aumentare i rimpianti in momenti di crisi…

Bisogna farlo spesso. Più frequentemente si compiono i backup, infatti, meno rischi ci sono di veder andare persi in modo irrimediabile i propri dati. Eppure, anche se nel corso degli ultimi anni è aumentato il numero di persone che segue questo consiglio, c’è ancora un utente su quattro che non ha mai effettuato una copia del proprio hard disk, e la stragrande maggioranza delle persone “comuni” lo esegue solo una volta all’anno, esponendosi comunque alla possibilità di non recuperare quanto serve in caso di guasto o malfunzionamento del supporto. Problemi che possono apparire lontani, ma che si invece si rivelano quanto mai “quotidiani”.

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Aumentano i dati, aumentano i rischi. Non dobbiamo infatti dimenticare che oggi possediamo un numero sempre maggiore di device digitali, dal computer desktop al portatile, allo smartphone, al tablet, alle fotocamere e videocamere, che dunque producono un’altissima quantità di file che dobbiamo conservare, come foto, video, documenti di lavoro, dati personali e contatti. E il backup frequente di questo materiale è la prima e migliore arma di prevenzione contro eventuali guasti ai supporti, che purtroppo possono capitare e, anzi, in genere sono provocati proprio dalla mano umana: guardando la casistica, infatti, al primo posto delle cause di guasto di un hard disk ci sono proprio gli errori umani, come cadute accidentali, cattiva manutenzione (polvere sui dischi, ad esempio), cancellazioni involontarie dei file, seguiti poi da eventi esterni (guasto elettrico, hard disk allagato o incendiato) e da eventuali guasti della macchina stessa.

Conoscere gli hard disk. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, è interessante citare un’indagine svolta da una società americana, BlackBaze, che ha fatto il punto sulla sicurezza delle case produttrici di hard disk, rivelando che i dischi più sicuri sono quelli prodotti dalla Hitachi, mentre quelli più a rischio sono invece targati Seagate, anche se l’azienda statunitense sta migliorando la propria qualità. In particolare, i dischi fissi giapponesi hanno un tasso di fallimento annuo dell’1%, come forse prevedibile vista la fascia di prezzo molto elevata cui sono commercializzati e le buone specifiche tecniche; meno performanti invece gli hard disk Seagate, in particolare nella versione da 3 TB, che sono più propensi al guasto, con un’incidenza superiore al 6 per cento (che però nell’ultimo anno è scesa al 3,48%).

Risolvere il problema. Ovviamente questa indagine ha un valore puramente indicativo, perché i test sono condotti in condizioni di lavoro e di stress dei dischi che sono lontane dagli standard domestici, ma è comunque molto utile per ribadire un concetto: meglio non fare mai troppo affidamento a singoli dischi rigidi per evitare guai irreparabili. Quando però il danno è fatto e ci troviamo con un supporto che non funziona più o procede in maniera imprevedibile, prima di gettarlo definitivamente c’è una strada che si può seguire per tentare un “salvataggio” dei dati: società come Recovery File, infatti, sono sempre più specializzate nel recupero dati da hard disk rotto, garantendo interventi professionali sulle macchine che possono riuscire a farci rientrare in possesso dei file che temevamo di aver perso per sempre.