Trump e la sconfitta del ”meno peggio”

Trump vince le elezioni e riformula la filosofia alla base della politica estera americana aprendo alla Russia mentre si prepara ad una rivoluzione in ambito della gestione dell’economia. Tutto questo attira l’attenzione, ci fa pensare alla potenza mediatica di Trump. Perchè Trump stravince dal punto di vista mediatico sugli altri politici? Cosa lo rende così ”attraente”? Perché Trump pone in essere o dice di voler porre in essere un cambiamento radicale.
Ciò che in fondo è mancato alla Clinton è proprio l’estremismo.

Troppo moderata

Moderati i toni, timidi e soprattutto fumosi: nulla di originale, spente le argomentazioni, argomenti tesi solo ad attaccare  l’avversario più che costruttive proposte. In fondo si votatava la Clinton solo per non far vincere Trump, come se la rappresentante dei democratici non fosse altro che un muro alle ambizioni del repubblicano suo avversario, senza nulla di suo, di personale, nulla che la renda diversa e in grado di essere presa in considerazione, come se fosse un anonimo politico il cui fine è impedire l’ascesa di un altro.

La ”meno peggio”

Quegli americani che l’hanno votata, lo hanno fatto solo perché era ”la meno peggio”, cioè quella che evitava la realizzazione del programma deleterio di un politico salendo al potere e impendendone l’ascesa. Peccato che evitare un male non implica fare necessariamente un bene se il suo evitamento non garatinsce uno status quo superiore a quello previsto: in fondo, chi ci assicura che Hilary sia migliore di Trump? Dai suoi spenti discorsi, nulla evince che lei sia migliore e questo gli americani l’hanno compreso.

Il carattere forte e risoluto di Trump

La ripresa ha impattato poco sul ceto medio, cosa che rendeva l’americano medio suscettibile a queste pecche profonde della candidata democratica. Trump, colui che tenta l’estremismo quale via d’uscita dalla crisi di valori ed economica, con le sue soluzioni radicali e ”di pancia” attira maggiormente in quanto non basta più contrapporsi ad un politico denominato ”populista”  per essere votati nè essere genericamente moderati di fronte ad una crisi profonda, culturale ed economica quale quella vissuta da un ceto medio insoddisfato come quello americano:  il partito democratico avrebbe sconfitto Trump se ad esso avesse contrapposto un serio programma, con punti fissi che cercavano di cogliere il malessere della gente più che puntare sull’inadeguatezza dell’avversario. La sfiducia del popolo americano verso la politica  è stata invece ignorata: il voto ha reso evidente quanto gli americani vogliano una soluzione radicale  ai problemi econimici che la robusta ripresa economica non ha ancora risolto.

Poca originalità e troppa sicurezza nella vittoria

Sicura di sè, Hilary aveva sottovalutato le manifestazioni di rabbia, di astio che spesso il popolo americano aveva mostrato anche in causa dell’ atteggiamento di Obama, definito troppo ”docile” in politica estera e poco interventista in politica economica, nonostante l’america sia economicamente florida rispetto al vecchio continente.
Così non ha proposto nulla di originale, si è lasciata andare alla retorica del ”meno peggio” , retorica che dopo un po’ inizia a non reggere. I politici americani avrebbero dovuto imparare dall’Italia: era stata la retorica del ”meno peggio”-”vota me per non votare berlusconi”- a rovinare la sinistra italiana. L’italia era l’esempio più eclatante di cosa portasse e di cosa implicasse questa logica.

La delusione dei democratici e la punizione dell’elettorato

Ora, tra le file dei democratici, emerge il dolore per aver dato in mano una superpotenza mondiale ad un uomo burbero e un po’ ignorante senza comprendere quanto quella stessa ignoranza emergesse già dal vuoto ideologico della sinistra americana e di come oramai gli elettori poca importanza davano al partito democratico americano il quale sembrava più classista e distaccato dal popolo di quanto la sua appartenza alla sinistra dicesse. In fondo, se non ti comporti come dovresti, se fondi tutto sulla retorica del ”meno peggio”, l’elettorato ti punisce e così in america è accaduto