Palermo, stuprata, rapinata e lasciata al buio: “Pensava fosse un taxi”

Nel capoluogo siciliano, una ragazza è stata stuprata, rapina e lasciata al buio entrando in un’auto che pensava appartenesse ad un tassista

Dopo la violenza, di un uomo credeva fosse un tassista, la donna è stata lasciata nel buio e nelle sterpaglie. L’uomo che ha violentato la ragazza inglese ha 46 anni e si chiama Martino Biuso, lavoratore precario ex Pip. L’uomo ha precedenti per rapina, lesioni e porto abusivo di arma.

Ad acciuffarlo la Squadra Mobile di Palermo con l’accusa di violenza sessuale, rapina e sequestro di persona. La violenza risale al maggio dell’anno scorso: la vittima, ventenne cittadina inglese residente a Palermo da qualche mese, dopo avere trascorso la notte a divertirsi con le amiche in alcuni locali della città, si era ritrovata da sola in via Roma intorno alle 4 del mattino.

La donna era salita nella macchina dello sconosciuto, pensando si trattasse di un taxi. L’autista invece di riportarla a casa l’aveva portata n un luogo isolato, a Brancaccio. Il 46enne ha abusato di lei proprio nella sua auto e le ha sottratto soldi e cellulare. Poi l’ha abbandonata nel buio della sterpaglia.

La ventenne, camminando tra i rifiuti, è riuscita a raggiungere l’autostrada: solo dopo avere camminato più di un chilometro aveva trovato finalmente soccorso.

Questo accadde il 13 maggio dello scorso anno. La ragazza ha racconto che quella sera aveva bevuto qualche bicchierino di troppo, per questo era in cerca di un taxi per tornare a casa. A fermarsi davanti a lei, però, non è stato un tassista, bensì il 46enne Biuso. Dopo la violenza e la rapina, l’uomo l’ha abbandonata tra le sterpaglie accanto al centro commerciale Forum a Brancaccio.

La 20enne è stata soccorsa solo all’alba da una guardia giurata che la ritrovò rannicchiata sotto il ponte di via Giafar. La giovane è arrivata a Palermo a gennaio del 2017 per un progetto universitario di insegnamento in una scuola della provincia.

Le indagini che hanno portato al 46enne sono partite proprio dalle immagini delle telecamere della zona, passate al vaglio dagli agenti della squadra mobile. Gli inquirenti non hanno scartato nulla, tutte le telecamere di videosorveglianza di via Roma, piazza Sant’Anna e Corso Vittorio Emanuele sono state visionate con attenzione. Nei filmati è saltata fuori una vettura che procede in via Roma.

L’automobilista quando si accorge della ragazza sola, fa retromarcia. Dopo pochi minuti, l’uomo la invita a salire in auto. Prima di arrivare nella zona di Brancaccio, come mostrano le telecamere, i due si fermano per fare bancomat.

Ed è proprio in questo momento che le telecamere riprendono il viso del malvimente. Determinante per le indagini è stato anche il contributo del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica che, con esami biologici specifici, ha individuato sui vestiti della donna il profilo genetico dell’aggressore e lo ha confrontato con quello rivenuto dai reperti schedati.

Ed è così che è saltato fuori il nome dell’aggressore. Il provvedimento è stato emesso dal Gip Roberto Riggio, su richiesta della pm Giorgia Righi del pool dei reati sessuali, coordinato dal Procuratore aggiunto Ennio Petrigni. Una squadra formidabile che, con efficienza e professionalità, è riuscita ad inchiodare il 46enne.