Ragazzini pestano a morte un gattino: rischiano fino a due anni di carcere

Rischiano di finire in carcere i ragazzini che hanno pestato a morte un gattino solo per “spasso”. Una violenza inaudita e disumana che va punita

Questo orribile episodio di violenza è accaduto a Prevalle, nella provincia bresciana: un gattino è stato letteralmente massacrato a pugni e calci da un gruppetto di ragazzini. Il tredicenne che l’ha trovato ha provato invano a salvare l’animale. Doveva essere un sabato pomeriggio qualunque ed invece si è macchiato di sangue per via della violenza inaudita di un gruppetto di ragazzini radunati ai giardinetti.

Prevalle è un paesino con poco meno di 7mila anime, tra cui questo gruppetto di ragazzini violenti e selvaggi. Si sono divertiti ad uccidere il povero felino con calci, pugni e strattoni. Hanno sostituito il consueto pallone, con il corpo di un animale indifeso. Uccidere un animale per noia non dovrebbe essere possibile, eppure è accaduto. È assurdo pensare come ragazzi così giovani possano trovare divertente una cosa simile. Un gioco sadico, il loro, che è costato la vita al povero gattino.

C’è anche chi ha sentenziato “È solo un gatto”. Per fortuna, la legge non tollera questo tipo di violenza. Secondo quanto ricostruito da Bresciaoggi, ad assistere al terribile e cruento massacro, ci sarebbero stati anche alcuni adulti che non hanno mosso un dito per aiutare il gattino. I minorenni di cui ancora non si sa nemmeno l’età, avrebbero il felino agonizzante a terra che per mettersi al sicuro e morire in pace, si sarebbe trascinato sotto una siepe.

L’unico ad aver mosso un dito per salvarlo, è stato un tredicenne membro del gruppo. a fermare il pestaggio da parte dei coetanei e ha cercato di salvare il felino. Ha fatto di tutto per salvarlo: l’ha caricato sulla bici e l’ha portato dalla sua vicina di casa, nella frazione vicina, Paitone. Secondo il ragazzino, la donna era abbastanza esperta da poter salvare il cucciolo. Nonostante questo tentativo però, il gattino si è spento.

Ora, Daniela (la signora in questione) ha deciso di indagare sull’identità dei ragazzini con l’aiuto della Polizia locale. I piccoli teppisti rischiano addirittura fino a 2 anni di carcere.