Omicidio Pamela Mastropietro: la ragazza non è morta di overdose. Le ultime analisi rivelano: “Ad ucciderla due colpi alla base del torace”

Pamela Mastropietro non è morta per overdose, ad ammazzarla due colpi d’arma da taglio al fegato mentre era ancora viva. Queste le rivelazioni delle ultime analisi relative all’autopsia

Il caso relativo all’omicidio di Pamela Mastropietro è ancora al centro della cronaca. Le indagini sulla morte della ragazza, stanno cercando di chiarire come esattamente sia stata ammazzata la ragazza. Ormai il suo caso è da settimane sui giornali, è stato anche più volte strumentalizzato dai politici, in vista delle elezioni. Quello che è certo al momento è che la ragazza sia stata prima stuprata poi brutalmente smembrata.

In un primo momento si pensava che la ragazza fosse morta in seguito all’assunzione di droga, ma poi si è scoperto che ad ucciderla sono state due ferite al torace con arma da taglio. Non è stata quindi assolutamente una fatalità la morte della ragazza e nemmeno un decesso provocato dall’overdose di eroina. La 18enne è stata uccisa in maniera volontaria. Viene per il momento confermato il parere del medico legale post valutazioni preliminari e tossicologiche. La relazione finale sarà però consegnata la prossima settimana.

È già possibile stabilire con certezza che la ragazza, come si legge nella perizia, è morta per “due colpi di arma da punta e taglio penetrati alla base del torace a destra quando la vittima era ancora in vita “. Un’ipotesi – questa- già avanzata in una primissima perizia. Oltre alle coltellate al fegato è stata riscontrata anche una piccola contusione alla tempia sinistra, un trauma che sembrerebbe portare a credere che la ragazza abbia subito uno o più colpi alla testa della giovane, probabilmente urtando contro un mobile.

Tutte conclusioni che smentiscono la versione dell’unico indizio dell’unico indiziato il nigeriano Innocent Oseghale. Lo spacciatore, in un primo momento aveva raccontato che la ragazza aveva avuto un malore dopo l’assunzione di una dose troppo massiccia di eroina. Il nigeriano, nel panico, avrebbe poi cercato di occultare il corpo della ragazza barbaramente. Il racconto però non combacia con gli esami eseguiti sul corpo della ragazza, in particolare quello tossicologico.

Il professor Froldi ha, infatti, rivelato che le tracce di morfina rintracciate negli organi della ragazza portano ad escludere assolutamente la morte per overdose. Questo perché, se Pamela avesse avuto un malore dopo aver assunto eroina, la droga non avrebbe avuto il tempo di raggiungere gli organi, un processo che si calcola in ore.

È passato del tempo dunque dal momento in cui la 18enne ha abusato di eroina e il momento in cui è deceduta, un buco di qualche ora. Tra l’altro, le indagini hanno appurato che al momento della morte di Pamela, Oseghale non era solo. Al momento, in carcere, infatti oltre ad Innocent Oseghale, c’è anche il 22enne Desmond Lucky, il 27enne Lucky Awelima e il 29enne Anthony Anyanwu. Al momento, non si esclude la violenza sessuale.