Barbara D’Urso è sotto processo al tribunale di Ivrea: ecco il motivo

Barbara D’Urso
Barbara D’Urso

Barbara D’Urso è sotto processo al tribunale di Ivrea per diffamazione. L’udienza è iniziata martedì mattina davanti al giudice Angela Rizzo nei confronti della nota conduttrice partenopea del programma “Pomeriggio 5” di Mediaset. (Continua dopo la foto)

La conduttrice Barbara D’Urso a giudizio

Barbara D’Urso a giudizio accusata di diffamazione

Barbara D’Urso è imputata insieme ai giornalisti del rotocalco da lei condotto Alessandro Cracco e Alessandro Banfi, per un servizio mandato in onda circa due anni fa sulle relazioni di Gabriele Defilippi, l’assassino di Gloria Rosboch, l’insegnante assassinata dallo stesso Defilippi e dal complice-amante Roberto Obert. A denunciare la trasmissione per diffamazione è stata una signora residente nel Basso Canavese, che si è costituita parte civile. In una puntata trasmessa da “Pomeriggio Cinque”, si parlava della vita dell’omicida. In particolare, il programma aveva approfondito sulle relazioni sentimentali di Gabriele con donne molto più grandi di lui, tra queste, una certa “Chicca”.

Una signora coinvolta nel caso ‘Gloria Rosboch’ ha denunciato Barbara D’Urso per diffamazione

Questa tesi è stata sostenuta all’interno del programma condotto da Barbara D’Urso e la parte civile ha contestato sull’intera linea. Da qui è partita la denuncia per diffamazione. La signora si è sentita tirare in ballo: è stato svelato il luogo dove abita (un piccolo centro abitato) nonostante fosse usato solo un soprannome. Quelle accuse l’hanno ferita al punto da fare una denuncia nei confronti di coloro che hanno realizzato il servizio, tra cui anche Lady Cologno. La donna che ha presentato denuncia è ancora troppo turbata della vicenda e per questo motivo non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione. Stessa cosa il suo legale. L’avvocato dei tre imputati ha contestato la nullità delle notifiche, quindi il giudice incaricato si è riservato la pronuncia in merito a questa eccezione sollevata dal  difensore, rinviando il tutto all’udienza del 3 luglio 2018.