L’ex velina Elisabetta Canalis è stata riempita di insulti per quello che ha fatto poche ore fa. La Canalis ha fatto quello che fanno molte mamme sul web: ha postato la foto della sua bambina, ma quello che ha scritto non è piaciuto a tutti
Si è ritrovata al centro delle polemiche Elisabetta Canalis e nemmeno lei ha capito come sia potuto accadere. Sulla rete però le persone difficilmente perdonano certe cose e questo vale pure per lei. Ecco cosa ha fatto l’ex velina di Striscia La Notizia.
Le critiche sul web per Elisabetta
Elisabetta Canalis è stata letteralmente sommersa dalla critiche su Instagram dopo aver postato una foto della sua bambina Skyler. La piccola appare dolcemente addormentata. Uno scatto tenero che doveva ricevere solo tanti cuoricini e commenti positivi. Eppure non è stato così. Quello che non è piaciuto ai suoi follower è la didascalia dello scatto. Ecco cosa ha scritto sotto la foto scattata mentre è al mare con la famiglia alle Bahamas:
«Dopo aver sputato, spinto, tirato calci a Niky (un amico, ndr), parlato con qualcuno che vede solo lei in 2 o 3 lingue diverse, è giunta l’ora del riposo della guerriera».
E’ bastato questo perché il popolo del web si incendiasse.
Gli insulti sui social: “Non le hai insegnato l’educazione..”
Molti utenti non hanno trovato appropriato il comportamento della “baby guerriera”, ritenendola una bambina viziata e maleducata secondo il ritratto che le ha fatto la sua stessa mamma. Qualcuno ha scritto, per esempio:
Il rispetto per gli adulti si insegna da piccoli».
Mentre altri criticano il fatto che la piccola sputi a destra e a manca perché venga ascoltata:
Complimenti, se sputa così piccina è perché glielo avete insegnato voi
Ma non solo critiche per Elisabetta Canalis. Qualcuno ha provato a difenderla.
«Quanta cattiveria, sono le fasi che attraversano tutti i bambini».
La showgirl sarda non sembra essere stata particolarmente scossa dalle critiche e ha risposto:
“Ragazzi vedo che la maggior parte di voi ha senso dell’umorismo. Qualcuno meno, forse colpa del post… chissà».