Piero Pelù contro Matteo Salvini, le parole al veleno: “E’ un neonazista…”

Salvini
L'insulto del cantante Pelù a Salvini

Le parole di Piero Pelò, il leader dei Litfiba, risalgano a circa 3 anni fa, eppure risultano piuttosto morderne. Il pensiero del cantante, nei confronti del Ministro dell’Interno Matteo Salvini è sempre il medesimo. Ecco cosa scrisse sui social contro di lui

Alla lista dei nomi dei cantanti che hanno preso una posizione contro Matteo Salvini, si aggiunge anche il nome di Piero Pelù, il leader dei Litfiba. Dopo i Negramaro, già citati dalla rivista Rolling Stone, anche l’ex giudice di The Voice. In realtà, il post che vi riporteremo risale a circa 3 anni e riguarda una frase che Pelù disse contro Salvini che al tempo era semplicemente il nuovo leader della Lega.

Piero Pelù umilia sui social Salvini

Agli attacchi sui social il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è abituata da anni, da prima che ricoprisse una carica così importante. Quando era solo il leader della Lega e non il vicepremier. Alle offese di Piero, Salvini rispose con una sonora querela. Il cantante rock gli diete senza mezzi termini del “neonazista”:

Adesso, alla luce di quello che gli hanno riferito, sembrerebbe quasi un complimento. Ma al tempo, gli attacchi erano di numero minore e andavano arginati alla radice, per questo Salvini partì in quarta con una bella querela.

Le parole di Piero Pelù contro Salvini

Savini rispose per le rime al cantante dei Litfiba con un post che al tempo accumulò un bel po’ di like:

«Il signor Piero Pelù, cantante  prima di un suo concerto a Polignano ha parlato di diritti umani, lavoro e immigrazione “ALLA FACCIA DEI NEONAZISTI COME SALVINI”. Il signor Piero Pelù è un poveretto in cerca di pubblicità. Il signor Piero Pelù di sicuro ha trovato una bella QUERELA. Canta che ti passa, fenomeno».

Piero Pelù, disse la frase a Polignano (Bari) quando fu ospite per lo spettacolo Meraviglioso Modugno, in omaggio a Mister Volare. Il cantante, parlando del fenomeno del caporalato, sottolineò la necessità di affrontare «con rispetto» temi come quelli:

«dei diritti umani, del lavoro e dell’immigrazione, alla faccia dei neonazisti come Salvini».