Circa sei anni fa, il ragazzo dell’Etiopia Ermias Ghermay era una normale clandestino. Dopo essere sbarcato in Sicilia con un gommone, il giovane ha fatto la richiesta d’asilo.
Dopo essere stato per qualche tempo nel centro d’accoglienza di Mineo (Catania), ha cambiato totalmente vita diventando il cosiddetto ‘re del traffico dei migranti’. Il boss etiope ha creato una sorta di rete internazionale tra la Libia e il nostro Paese e anche in altri Stati europei. Un giro d’affari impressionante che ha portato nelle sue tasche circa 300 mila euro a settimana.
Ermias Ghermay è il re dei migranti
Dietro al drammatico viaggio nel Mediterraneo dei 366 migranti avvenuto nell’ottobre del 2016 c’era lo zampino di Ermias Ghermay. Quest’ultimo, inoltre, è un trafficante di organi che ha visto come vittime molti libici che non avevano il denaro per pagarsi il viaggio. Grazie a oltre trentamila intercettazioni, la Polizia italiana è riuscita a scovare la base logistica di questo individuo.
Si trova a Roma, ovvero una semplice profumeria situata a pochi passi dalla Stazione Termini. Li è stato trovato un libro contenente i nominativi dei migranti trasportati in Italia dalla mafia libica e che raccoglieva il denaro da spedire in Libia. Secondo quanto riportato dal ‘Fatto Quotidiano’, in quel luogo i poliziotti hanno sequestrato 526 mila euro e 25 mila dollari in contanti. (Continua dopo la foto)

Il patrimonio del re dei migranti
Tutti i migranti che avevano una disponibilità economica maggiore, avevano la possibilità di raggiungere il nostro Paese no via mare, ma grazie a dei ricongiungimenti familiari.
Ad oggi, l’etiope Ghermay è ancora latitante, dopo aver sfruttato per molto il suo permesso di soggiorno che scade ad inizio 2019. A quanto pare sarebbe rimpatriato in Libia dove gestisce il suo centro operativo. Una sorta di ‘fattoria’ che conterrebbe circa 600 migranti alla volta e che chiede fino a 1.600 dollari per il viaggio della speranza in Italia.