Ci sono state diverse teorie che hanno provato a spiegare il crollo improvviso del Ponte Morandi. Emerge adesso una teoria particolare, dolosa: “Una bomba l’ha fatto crollare”
Trovare una causa specifica al crollo improvviso del Ponte Morandi non è facile. E’ ancora fresco il dolore del capoluogo ligure per le vittime dalla tragedia. Intanto però un esperto avanza una ipotesi singolare e rischiosa.
Il Ponte, l’ipotesi complottismo
Ne hanno dette di tutti i colori sulle cause del crollo del Ponte Morandi. Ma la verità qual è? Le indagini stanno facendo il loro corso, intanto avanza un’ipotesi tanto spaventosa quanto possibile. Gli inquirenti provano a capire quale possano essere le cause del disastro, mettendo al centro dell’indagine il cedimento dei tiranti e i ritardi nella loro ristrutturazione.
Fra le numerose teorie complottiste emerge quella di Enzo Siviero, un ingegnere padovano, che ha insegnato allo Iuav di Venezia. Non molti anni fa, Siviero ha anche lavorato come consulente per Spea Engineering, società controllata da Autostrade per l’Italia. Lo studioso, esperto nello specifico di ponti, ipotizza che all’origine del crollo del ponte Morandi vi possa essere il posizionamento di microcariche in uno dei piloni.
La dimostrazione sui social
Su Internet l’esperto dimostra praticamente la sua teoria con un modellino metallico e dice per confermare la sua tesi:
«In base alla meccanica del cedimento. L’elemento è sceso su se stesso con una piccola rotazione: il fatto che la parte del pilone sottostante sia crollata, mi fa pensare che qualcuno l’abbia manomessa».
Parole pesanti quelle dell’esperto, riportate anche sul sito de La Stampa. Per lui quindi il crollo non è stato altro che un attentato o qualcosa di molto vicino. Non ha paura delle sue dichiarazioni, ci mette la faccia.
Il crollo del ponte Morandi: un fatto doloso?
Per l’ingegnere quindi potrebbe esserci all’origine un gesto doloso dietro la tragedia che ha investito Genova. Intanto però, il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, senza specificare nulla sugli sviluppi dell’indagine, invita alla calma. Esclude Cozzi, categoricamente, che possano esserci cause simili.
Molti colleghi la pensano esattamente come lui. Intanto, per cautelarsi, Autostrade per l’Italia ha preso le distanze dal suo ex consulente, spiegando che le teorie dell’ingegnere non hanno nulla a che vedere con l’azienda, sono del tutto personali, cosa che ribadisce lui stesso.