Salute e benessere

Insetti: come difenderci dalle punture di calabroni, vespe e zanzare

Questa estate, a causa del cambiamento climatico in atto negli ultimi anni, ha favorito la proliferazione degli insetti. Alcuni di questi, quali zanzare, vespe e calabroni, possono pungere l’uomo. In particolare la morte di Sergio Barozzi, avvocato giuslavorista di 62 anni, deceduto per choc anafilattico a causa della puntura di un calabrone, ha riportato all’attenzione della cronaca questo argomento.

Anche Roberto Calderoli, senatore della Lega, ha avuto un temibile incontro ravvicinato con questi insetti. Il senatore ha raccontato di essere

“finito in terapia intensiva per una encefalite virale trasmessa da una banale puntura di zanzara”.

Punture degli insetti: i consigli degli esperti

Per quanto riguarda le zanzare, gli esperti per diminuire il rischio di essere punti, consigliano di adottare un vestiario adeguato. In questo senso è opportuno vestirsi con camice a maniche lunghe, pantaloni lunghi, calzini e scarpe chiuse. Inoltre vanno chiuse le finestre usando delle zanzariere, mentre i repellenti vanno utilizzati più volte al giorno.

La puntura di un calabrone, che come le vespe, api e bombi appartiene all’ordine degli Imenotteri, può dar luogo a reazioni allergiche. Nel caso di reazione allergica che si può manifestare con un gonfiore nella zona colpita, è utile applicare degli impacchi con ghiaccio per lenire il dolore e facilitare il processo di guarigione della tumefazione. Sempre in caso di reazione locale può rivelarsi l’utile la somministrazione di un antistaminico e l’applicazione di una pomata cortisonica.

Lo choc anafilattico è provocato dalla liberazione di istamina. Se non si interviene per tempo, la persona punta dall’insetto, può andare incontro all’arresto cardiaco. Il decesso nella maggior parte dei casi  a seguito della choc anafilattico sopravviene entro 10-15 minuti dalla manifestazione della reazione allergica.

Cosa fare in caso di choc anafilattico?

In caso di choc anafilattico la persona va portata al più presto in ospedale, dove le verrà somministrata una terapia di emergenza che consiste nell’iniezione di adrenalina per via intramuscolare nella coscia.  Risulta fondamentale anche estrarre il pungiglione dalla pelle. Negli ultimi anni è stata messa a punto una terapia immunologica, che consiste nel somministrare a dosi crescenti alcuni estratti del veleno, in modo che l’organismo possa auto-immunizzarsi dallo stesso. Si tratta di un meccanismo simile a quello del vaccino.

Marco Troisi

Dottore in giurisprudenza, appassionato bibliofilo, cultore delle belle lettere. Vincitore di concorsi in ambito letterario, i suoi testi sono stati pubblicati in numerose riviste e antologie. Gestisco https://www.news24web.it/, un sito informativo che si propone l'obiettivo ambizioso di raccontare la contemporaneità.

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