La cannabis è utilizzata a scopo terapeutico da millenni, ma nella storia moderna sono stati applicati divieti e restrizioni. Vediamo come stanno adesso le cose.
Cannabis: quello che bisogna sapere
È importante distinguere la cannabis dalla marijuana. Il termine cannabis è usato per indicare la pianta di canapa con un contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) molto basso che non provoca nessuno “sballo”. Si parla, invece, di marijuana nel caso di sostanze psicoattive che derivano dall’essiccazione di foglie e fiori della pianta.
In queste sostanze il contenuto di THC è alto e induce all’euforia, al rilassamento, al senso di appetito e al disorientamento spazio-temporale. Ma alcune parti della canapa sono risultate utili per alleviare diversi sintomi di alcune patologie infiammatorie e reumatiche, vale a dire il senso di nausea, il dolore e la perdita di appetito.
La cannabis adottata come farmaco
È stato dimostrato che sia il THC che il CBD (cannabidiolo), presenti nella cannabis sativa, svolgono un ruolo attivo nel trattamento dell’infiammazione. Questo secondo elemento in particolare si è rivelato molto efficace nel trattamento del dolore in pazienti affetti da gravi patologie, ad esempio artrite reumatoide, sclerosi multipla, fibromialgia, malattie gastrointestinali o per attenuare gli effetti collaterali della chemioterapia.
In Italia l’uso terapeutico della cannabis è previsto dal 2007 per legge, ma nella pratica per i pazienti non è mai stato semplice. Il motivo? Burocrazia, costi e scetticismo. Nel 2014 un decreto legge ha semplificato le cose consentendo ai medici di base di prescrivere i farmaci e addebitando i costi al servizio regionale sanitario.
Cannabis terapeutica: le ultime novità
Recentemente si è assistito ad un vero e proprio boom di negozi con prodotti a base di cannabis, tutto completamente legale. I prodotti in questione sono farmaci, ma anche tisane, biscotti, pane e altri alimenti. In commercio, quindi, senza bisogno di prescrizione medica, si possono trovare gocce, pomate, pillole e supposte a base di CBD.
Inoltre, un’azienda americana sta lavorando, in questi mesi, ad un chewing-gum alla cannabis e sta conducendo tutti gli studi clinici del caso per poterla mettere in commercio. Tuttavia, rimane ancora alto il rifiuto e lo scetticismo verso questo tipo di trattamento. Proprio per questo si stanno diffondendo gruppi di informazione, associazioni e movimenti politici per la liberazione della cannabis con l’unico scopo di poter dare sollievo a chi soffre di patologie gravi per le quali non esiste ancora una cura tradizionale definitiva.