Alzheimer, Giornata Mondiale: l’importanza della prevenzione

Alzheimer giornata mondiale

La Giornata Mondiale dell’Alzheimer quest’anno è giunta alla sua 25esima edizione. Ai progressi ottenuti in questi anni in campo diagnostico non ha fatto seguito un avanzamento anche per quanto riguarda la cura di questa patologia.

Alzheimer: dati statistici

Nel mondo vi sono 44 milioni di persone malate di Alzheimer. Nel nostro paese invece si stimano circa un milione di casi. Orazio Zanetti, che è primario del reparto Alzheimer dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, sottolinea l’importanza della prevenzione in quanto una diagnosi tempestiva:

“permette di accogliere i malati in programmi di assistenza che consentano di sentirsi meno soli di fronte ala malattia”

Oltre a ciò Zanetti spiega che una diagnosi rapida:

“permette di dare avvio a un trattamento farmacologico con l’intento di rallentare il processo degenerativo di uno, due o tre anni”.

A fargli eco è Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, secondo cui oggi questa patologia neurodegenerativa colpisce quasi il 5% degli anziani over 65. Tuttavia stando alle proiezioni elaborate dal’Istat per Italia Longeva, nel 2030 si assisterà al triplicarsi di questa percentuale e verranno colpiti da questa patologia oltre 2 milioni di persone, in prevalenza donne. Pertanto in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer risulta molto importante porre l’accento sulla prevenzione di questa malattia, considerato che al momento non esiste un trattamento farmacologico adeguato.

Alzheimer: sintomi ed evoluzione

Questa patologia è stata descritta per la prima volta dal medico tedesco Alois Alzheimer nel 1906. Il principale rischio è dato dall’età, tuttavia non si può ritenere che sia un effetto inevitabile dell’invecchiamento, in quanto si tratta di una specifica condizione morbosa con i suoi sintomi.

Nei pazienti che sono colpiti dall’Alzheimer, il primo sintomo è rappresentato dalla difficoltà nel ricordare informazioni apprese di recente. Ciò si verifica per il danno subito dalle cellule cerebrali dell’ippocampo, che sono associate alla memoria e all’apprendimento. Altri sintomi, col progredire della patologia, si manifestano col disturbo del linguaggio, perdita di orientamento sia spaziale che temporale, fino ad arrivare alla perdita di autonomia.

Recenti studi hanno dimostrato che la prevenzione di fattori di rischio vascolare, quali diabete, obesità, fumo, ipertensione, possono ridurre le probabilità di ammalarsi. In questo senso è importante praticare un’attività fisica regolare e seguire un regime alimentare a base di alimenti anti-ossidanti.