Nel 2015 sembrava che il caso della scomparsa di Ylenia Carrisi fosse vicino ad una svolta. I carabinieri si presentarono a casa Carrisi, a Cellino San Marco, per prendere campioni di Dna di tutta la famiglia, di Al Bano e dei tre figli. Ma cosa successe poi?ù
Per provare a ritrovare Ylenia, i campioni di DNA erano necessari. La richiesta partita dalla Florida, dallo sceriffo di Palm Beach, che 21 anni dopo la scomparsa della figlia di Al Bano e Romina avanzò la pista di un serial killer. Il cantante però non ha mai creduto
Tutto provocato da una indagine che portava ad un tragico epilogo: ragazza uccisa per strangolamento il 14 settembre del 1994 a Crestview, in Florida. Tre anni dopo, il camionista Keith Hunter Jesperson, un canadese che voleva tanto diventare un poliziotto a cavallo, già in carcere e noto tra tutti come «happy face killer»: l’assassino della faccina felice.
Il motivo di questo bizzarro soprannome? Pare che il Killer era solito aggiungere un disegnino nelle lettere di sfida spedite a giornali e inquirenti. Proprio lui rivendica anche quel delitto (in realtà pare se ne sia attribuito 160, ma ne hanno accertati 8, ed è stato condannato a tre ergastoli).
Il killer racconta di una ragazza che si faceva chiamare Susanne (e Susan era anche il nick name che spesso Ylenia negli Usa), che gli aveva chiesto un passaggio, ignara del fatta che lui fosse un mostro.
C’era una certa somiglianza con Ylenia, anche se allora si parlò di una donna dai capelli marroni, sui 40 anni. La primogenita della coppia quando sparì aveva 23 anni e i capelli biondi. L’ultima volta che i suoi genitori sentirono la sua voce era l’ultimo dell’anno 1993.
Le ricerche per la sua scomparsa partirono sei giorni dopo. I sospetti caddero sopratutto su un musicista di strada, Alexander Masakela, che Ylenia conobbe sei mesi prima della sua sparizione. Masakela aveva con sé alcuni oggetti di Ylenia, tra cui il passaporto. Al Bano volle che lo interrogassero subito. Ma poi fu subito rilasciato. Il cantante rivelò:
«Ho passato un mese a New Orleans. Mi è bastato. Non voglio riaprire di nuovo una ferita che è bene rimanga chiusa».
Al Bano ha chiesto e ottenuto poi e la dichiarazione di morte presunta di Ylenia. La cosa però non è mai andata già a Romina. La cantante crede che la rgaazza sia ancora viva. Ma Albano giustifica così la sua scelta:
«In questi anni ho visto tanti avvoltoi, gente che ha cercato di sfruttare la popolarità» dice amareggiato Al Bano. Il confronto tra il suo Dna e i resti della donna uccisa 21 anni fa chiariranno se è l’ennesima pista falsa.
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