Sedici miliardi di dollari sono una cifra decisamente impossibile rifiutare, anche se in cambio i fondatori di WhatsApp hanno dovuto cedere al gigante Facebook la propria creatura, il sistema di messaggistica più utilizzato al mondo che, con oltre 450 milioni di utenti e un tasso di utilizzo quotidiano decisamente più alto rispetto a Facebook, costituiva una seria minaccia nei confronti del più grande dei social network.
Tutti gli utenti di WhatsApp che, come dimostra la crisi avuta quando a febbraio il sistema si è bloccato per circa tre ore, sono ormai dipendenti dall’utilizzo dei messaggini, si chiedono cosa sarà della tanto amata app di omunicazione. In molti temono che, visto lo stile di Facebook improntato su un’interpretazione del concetto di privacy molto poco tutelante per gli utenti, ben presto il privatissimo WhatsApp possa riempirsi di pubblicità e che riconsideri la possibilità di accedere e analizzare il contenuto dei messaggi privati degli utenti.
Se così fosse, le alternative di certo non mancano: Line, Viber, Telegram, BBM sono concorrenti indi-pendenti che lasciano ben sperare.
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