Alzheimer, uno studio rivela uno dei primi sintomi: ecco qual è

Alzheimer segnali

Uno studio italiano, condotto in collaborazione con i professionisti dell’Unità di Neuropsicologia Clinica dell’arcispedale Santa Maria Nuova, ha messo in evidenza quali sono i primi sintomi a cui bisogna prestare particolare attenzione in caso di Alzheimer.

Alzheimer: quali sono i primi segni a cui prestare attenzione

L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce  circa il 5% delle persone che hanno più di 60 anni. Solo in Italia si stimano circa 500mila ammalati. Il lavoro finanziato dal Miur, reca il seguente titolo: “Speech Analysis by Natural Language Processing Techniques: A Possible Tool for Very Early Detection of Cognitive Decline?“. Gli esperti hano messo a punto un metodo che consente di arrivare in anticipo nella diagnosi della malattia. In tal modo sarebbe possibile ridurre l’impatto che una patologia del genere ha nella vita quotidiana dei pazienti.

I ricercatori hanno scoperto delle specifiche alterazioni nell’uso della lingua parlata nei pazienti che hanno i primi segni segni di deterioramento cognitivo riconducibili all’Alzheimer. Ci sono riusciti grazie a particolari tecniche di analisi linguistica.

Lo studio ha coinvolto 96 pazienti, metà dei quali con segni di deterioramento cognitivo lieve, una condizione che può preludere all’insorgenza dell’Alzheimer. Nel corso dell’esperimento, ai volontari è stato chiesto di descrivere a parole prima una immagine nel dettaglio, poi lo svolgimento di una giornata tipica di lavoro e infine l’ultimo sogno che riuscivano a ricordare.

Utilizzando delle particolari tecniche relative all’elaborazione del linguaggio, i ricercatori, confrontando le risposte dei volontari affetti da deterioramento cognitivo lieve con quelle degli altri privi di disturbi, hanno potuto trovare dei segnali relativi al deterioramento cognitivo che i test neuropsicologici convenzionali non sono stati in grado di evidenziare.

In questo senso così ha spiegato Enrico Ghidoni, neurologo dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia:

“Oltre che per la diagnosi precoce della demenza questo strumento potrebbe aiutare anche il riconoscimento di sintomi cognitivi in malattie croniche o trattamenti farmacologici inappropriati: condizioni che sono spesso reversibili”.