Non esiste fama né talento che tenga: certe disgrazie, purtroppo, non lasciano scampo. Così grande sul set, l’attore Marco Giallini ha una storia difficile alle spalle. Con cui fare i conti, ogni giorno. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport per presentare il film Domani è un altro giorno, in uscita nelle sale giovedì prossimo, ha sviscerato tutto il dolore che si porta dentro.
La pellicola portata su grande schermo, pur raccontando un evento drammatico, è in realtà un inno alla vita. Da ricordi legati alla gioventù e alla sorella di Giuliano, Paola (Anna Franzetti) si passa a tantissime altre tematiche, come l’amore – nella sua accezione universale – e l’abbandono.
Dinnanzi a una malattia terminale pure l’uomo più forte e intrepido deve convivere con la paura della morte, mentre per chi gli sta accanto c’è il dolore della separazione, di dover presto dire addio a una persona cara da sempre parte integrante della propria esistenza. L’uomo decide di non combattere più contro il tumore ai tumori che lo sta logorando e negli ultimi quattro giorni rimasti intende dire addio a ciò che lo tiene più legato al mondo, per lasciare il mondo nel modo meno terrificante possibile.
Una rappresentazione che tocca Marco Giallini da vicino. A proprio spese – come racconta l’attore – ha compreso quanto sia importante parlare, tirare fuori tutto quanto, senza tenersi nulla dentro. Altrimenti poi ti ritrovi divorato dai rimpianti per le cose mai dette, che ti fanno stare male per tutta la vita.
Il riferimento va alla moglie Loredana, che un’emorragia cerebrale ha portato via nel 2011, con modalità inattese. A proposito, Marco Giallini spiega che quanto è tristemente successo non si può esorcizzare. Fra l’altro anche perché improvviso. Un fulmine a ciel sereno. L’unica cosa che sei in grado di fare è provare a rimuoverlo. Pur conscio che possa apparire brutto, rende visita alla moglie al cimitero solo adesso.
In questo mondo ha però due figure fondamentali, ovverosia i figli. Ancora non riesca a credere che Loredana se ne sia andata. Figurarsi poi spiegarlo a due ragazzini, che avevano 12 e 5 anni. Per fortuna – prosegue Marco Giallini – ha dei figli dotati di un’intelligenza estrema, hanno preso tutto dalla madre. Quindi svela di aver visto la morte almeno in due circostanze. Nella prima, su una moto, era più di là che di là. Perciò sa bene cosa sia la morte. E pure per questa ragioni vive in totale libertà, facendo ciò che gli pare e dicendo tutto quello che pensa, pure quando sarebbe meglio starsene zitto… Ma non ne è capace.
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