Papà Dario difende la sua Asia Argento, ospite mercoledì scorso a Live – Non è la D’Urso. Nel corso della trasmissione radiofonica “I lunatici”, condotta da Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini, il grande regista affossa Barbara D’Urso.
Il maestro del brivido definisce bruttissimo quanto è andato in scena. Pur non avendo avuto modo di assistervi in prima persona (era a ritirare il David di Donatello), gli hanno raccontato quanto è occorso. Non gli è andato affatto giù il modo con cui l’hanno trattata male, insultatale.
Asia Argento – continua il padre – è una donna con grande forza, carattere, una bravissima persona, a cui lui vuole un gran bene. Fianco a fianco hanno realizzato diversi film, condividendo esperienze importanti. E mai Barbara D’Urso avrebbe dovuto metterla alla gogna.
A proposito di donne, Dario Argento racconta qual è il suo rapporto. Perse la verginità quando aveva 16 anni, se lo ricorda perfettamente. Era con una ragazza, anche lei alla sua prima volta. Una cosa che descrive come meravigliosa, fantastica, indimenticabile, anche se poi, purtroppo, quella lei è cambiata. Si sono lasciati, mettendo malamente fine alla relazione.
La storia tra Dario Argento – in combutta con Barbara D’Urso – e l’universo femminile ha tutta una genesi. Giovanissimo, andava a scuola accanto allo studio di sua madre, una affermata fotografa specializzata nei volti femminili. Ha lavorato con le immortali Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, mentre lui, Dario, non appena terminavano le lezioni andava da lei, aspettava che concludesse i lavori e poi tornavano a casa insieme.
Mentre in un camerino svolgeva i compiti, vedeva le più belle attrici italiane prepararsi, truccarsi, lasciarsi fotografare. Istanti rimasti impressi ed è per tale motivo che nelle sue opere le donne ricoprono una così grande importanza. Che, inoltre, con la loro dolcezza e forza superiore sono molto più facili da dirigere sul set in confronto agli uomini, restii a entrare nella parte, a lasciarsi andare.
Infine, una piccola chicca. Dario Argento racconta che la mano dell’accoltellatore nei suoi film è sempre la sua, un dettaglio che proviene direttamente dal suo primo film. Allora una persona doveva interpretare l’assassino, ma non impugnava bene il pugnale, era maldestro. Quindi se ne è occupato Dario, con buoni risultati, una tradizione rispettata da quel momento in ogni sua pellicola. È sempre sua la mano dell’assassino, una sorta di firma. Il colpevole stavolta è però Barbara D’Urso.
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