Paolo Bonolis vince ancora: anche questo venerdì Ciao Darwin 8 ha vinto, per largo margine, la guerra degli ascolti con La Corrida. Eppure, il successo di audience cozza con le contestazioni che spesso riceve. Aldo Grasso, uno dei più convinti detrattori, coglie ancora l’occasione per colpirlo là dove fa più male.
Non c’è storia che tenga, secondo l’autorevole penna de Il Corriere della Sera, il conduttore non sarà mai un big della tv italiana. E non deve biasimare gli altri, ma solamente sé stesso. Ha provato in vari modi a confezionare un programma che lo consacrasse e lo portasse fuori dai suoi “paradigmi imbalsamati”. Inutilmente.
L’errore più grave? Farsi affiancare da persone che, anziché aiutarlo, continuano a lasciargli credere che sia un genio. Gli offrono spunti con rozzezza da arricchiti – prosegue l’opinionista – non spingendolo a sondare strade nuove.
L’istrione romano ci passerà tranquillamente sopra, come ogni volta che qualcuno ha provato a vessarlo. Del resto difendersi a parole per Paolo Bonolis è superfluo: bastano i risultati che raggiunge. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano stigmatizzò il politically correct, cosmesi ben fatta dell’ipocrisia.
Poi la propagazione spropositata dei social, i continui commenti, l’indiscriminata opinione porta quasi a temere di pensare e parlare. A una giornalista, che gli chiese se non provasse vergogna per quello che guadagna (anni fa aveva un contratto da 7, 8 miliardi), sottolinetò come Mediaset fatturava con lui 175 miliardi l’anno, perciò era sottopagato.
Malgrado le apparenze possano ingannare, in Paolo alberga un animo estremamente riflessivo e le sue idee sulla società contemporanea sono da fine osservatore, quasi da sociologo. Ad esempio, al Corriere della Sera spiegò perché fosse ancora una persona “analogica”, mentre l’attuale mondo tecnologico lo guarda con sospetto, da cui la scarsa familiarità.
Per lui un cellulare serve a chiamare e inviare messaggi. Stop. Ciò che preferisce è guardarsi attorno e lo vuole trasferire anche ai suoi figli, rapiti dai moderni canali come chiunque altro loro coetaneo: una sorta di vampirizzazione.
Sul rapporto col pubblico, Paolo Bonolis raccontò che nella vita intima, così come nella pubblica, siamo tutti prodotti in vendita. Su ogni scaffale, ciascuno mette in vendita il proprio operato, carattere, natura in attesa di acquirenti. In sostanza, il pubblico è una delle variabili che definiscono il successo sullo scaffale. E trasmissioni come Avanti un Altro o Ciao Darwin vanno “a ruba”, perché ha una traiettoria di divertimento che pure altri gradiscono.
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