4 giugno 1994: un giorno triste per il cinema, la tv e il teatro italiano. Veniva a mancare proprio quel giorno Massimo Troisi, uno dei più brillanti artisti che abbia calcato la scena. A 25 anni dall’evento in tanti dedicano un pensiero all’artista, compresa Barbara d’Urso, che lo ha conosciuto molto bene. Infatti “Carnelita”, mattatrice incontrastata dei palinsesti Mediaset, ha condiviso da ragazza diversi momenti con l’interprete partenopeo, in quanto fu proprio Mauro Berardi, suo ex compagno, che ne riconobbe il talento e lo portò alla ribalta.
Il produttore cinematografico non fu un amore come tanti altri per la conduttrice: la relazione tra i due durò, infatti, ben undici anni, dal 1982 al 1993, in concomitanza con il periodo di massimo splendore artistico per Troisi. Dalla loro unione nacquero i figli Giammauro (1986) ed Emanuele (1988).
L’immortalità è un dono concesso solo ai grandissimi. Per prenotare un posto in Paradiso occorre avere un qualcosa di unico, la scintilla. Ecco, lasciandoci guidare dall’immaginazione vedremmo bene Troisi sedere accanto ad Eduardo e Totò. Lui che è considerato uno dei più evidenti talenti ad aver portato in scena la maschera napoletana. In occasione del triste anniversario Barbara d’Urso posta una foto amarcord, che provocherà nostalgia nei fan.
Lo scatto condiviso sul profilo Instagram è del 1984 – fa sapere Barbara – e ritrae Roberto Benigni, Mauro Berardi e Massimo Troisi. Due grandissimi attori e un uomo che ha contribuito alla loro affermazione professionale. Berardi – come ci tiene a rammentare – in quel periodo realizzava una pellicola cult, ‘Non ci resta che piangere’, mentre in passato aveva già prodotto ‘Ricomincio da tre’, ‘Scusate il ritardo’, e, poco dopo si sarebbe messo all’opera con ‘Il Piccolo Diavolo’. Un periodo magico, dove tutto quel che toccava si trasformava in oro e Barbara d’Urso stringeva amicizia con Massimo Troisi. Tanti, tanti anni, sempre insieme.
Il 4 giugno del 1994 morì Massimo Troisi, straordinario talento comico del Belpaese. Afflitto da problemi al cuore già durante l’infanzia, esalò l’ultimo respiro mentre dormiva, stroncato da un attacco cardiaco conseguente a febbri reumatiche, nella casa di Annamaria, la sorella.
Entrò nei cuori delle persone attraverso uno stile che divampò a partire dagli anni Settanta. Pulcinella senza maschera e Il comico dei sentimenti sono solo due soprannomi più celebri che gli affibbiarono in carriera. Titoli ricolmi di affetto, che testimoniavano quanto l’Italia intera apprezzasse la sua sensibilità.
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