Italia

Moglie e figlia erano costrette a prostituirsi: uomo 53enne in manette

I Carabinieri di Cosenza hanno arrestato un uomo di 53 anni, con l’accusa di sfruttamento alla prostituzione. Moglie e figlia erano costrette a prostituirsi, mentre il figlio è stato posto agli arresti domiciliari.

Moglie e figlia erano costrette a prostituirsi: le prove a carico dell’uomo

I reati contestati all’uomo sono sfruttamento della prostituzione e maltrattamenti, per aver costretto sua moglie e sua figlia a vendere il loro corpo. Non solo il gesto era già di per sé orrendo perché moglie e figlia erano costrette a prostituirsi, ma era aggravato anche dal fatto che la moglie fosse affetta da una patologia invalidante.

L’indagine era scattata dopo la denuncia esperita da un concittadino. L’uomo, che aveva consumato rapporti sessuali con tutte e due le donne, veniva contattato di frequente dal 53 enne affinché gli incontri si ripetessero. Stanco di queste avance di pagamenti, l’uomo ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri, spiegando loro che i rapporti si consumavano in un parcheggio sotterraneo della ferrovia.

Il GIP del Tribunale di Cosenza non ha esitato dunque a disporre l’ordinanza di arresto nei riguardi dell’uomo e del figlio maschio di 27 anni. Il primo è finito in galera, il secondo è accusato di maltrattamenti ed è agli arresti domiciliari.

Le prove sono state raccolte grazie a delle intercettazioni effettuate mentre l’uomo era in auto con la moglie e la figlia ventenne.

La famiglia “degli orrori” a Cosenza

Non solo il marito/padre orco costringeva le donne a vendere il loro corpo, ma ne approfittava spesso per aggredirla verbalmente con offese e parole umilianti. Le prestazioni sessuali avevano un costo di cinque o massimo dieci euro a seconda della situazione. In alcuni casi addirittura, pare che l’uomo presenziasse all’atto.

Il 53enne si era creato una fitta rete di clientela. Era lui stesso ad individuare gli uomini e a ingaggiarli come clienti in cambio di denaro. Quando la donna, cinquantenne affetta da handicap, provava a ribellarsi, non mancavano le percosse. Addirittura una volta era stata ricoverata in una casa di cura dal marito, per le incessanti lamentele.

Anche il figlio partecipava fisicamente alle aggressioni nei riguardi della mamma. Le ultime percosse ricevute risalgono allo scorso ottobre. All’epoca, l’aggressione era stata talmente violenta da aver richiesto il ricovero all’ospedale di Cosenza. Ad oggi le due donne, dopo tutti gli esami clinici utili ad attestare l’orrore subito, sono state accolte in un centro contro la violenza.

Alessia D'Anna

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