Discussi nei giorni antecedenti a Sanremo 2020 più per vicende di gossip (leggi separazione tra il leader Francesco Sarcina e la moglie Clizia Incorvaia, oggi concorrente del Grande Fratello Vip 4), Le Vibrazioni hanno fatto centro sul palco dell’Ariston.
Dopo 5 anni di pausa la band non viene più avvertita come “arrogante”, tanto da far concludere la partecipazione in quarta posizione, insidiando il podio sin dalla prima serata. Contattati da Tgcom24 per un’intervista, si presentano: sono nuovamente qui, pronti a sostenersi.
Come si conviene, la prima domanda è su Dov’è, sul significato del testo. Nella vita – spiegano Le Vibrazioni – accadono situazioni problematiche e occorre saper reagire. Spesso si è impreparati ad affrontare la sofferenza. Invece bisogna accoglierla, un monito per evitare di ricadere negli stessi errori. Alla canzone hanno dato una mano Simonetta e Casalino.
Una ventata di freschezza necessaria perché, trascorsi tanti anni spesi a scrivere canzoni, si tende a ripetersi, viene utilizzato l’abituale processo mentale. Talvolta è essenziale spalancare delle porte, riflettere su frasi e concetti, un altro autore ti mostra le cose sotto un’altra prospettiva.
Nel corso delle serate Le Vibrazioni hanno catturato l’attenzione anche per essersi fatti accompagnare da Mauro Iandolo con il linguaggio dei segni. Stavano navigando in rete e si sono dichiarati colpiti dalla sua interpretazione. È una sorta di fisicità emotiva, Iandolo interagisce insieme a loro in maniera empatica e si muove in relazione all’intensità del pezzo. Una magia.
Il gruppo si è riformato, ponendo fine a un lungo stop. Avevano toccato un limite, circondati da momenti lavorativi che esulano la creatività. Un meccanismo di business ben distante dall’arte. Essendo loro artisti e sensibili si sono concessi un break, fondamentale per il benessere di ognuno.
Detto ciò litigano frequentemente, ma quando c’è bisogno di supporto ci sono sempre, l’un per l’altro. Da tempo lavorano con singoli e non più dischi perché non vogliono sprecare i brani. Hanno un rapporto viscerale con loro, perciò preferiscono buttarsi sui singoli. Il pubblico non ha più tempo di ascoltare un’ora di album.
Una strategia indovinata, visto il risultato conquistato alla 70esima edizione della manifestazione canora. Comunque vada il rapporto tra Sarcina e la Incorvaia, una parte importante della recente storia musicale torna a ruggire.
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