Italia

Droga e cellulare nelle parti intime da portare in carcere: donna arrestata

I detenuti sentono il bisogno di interfacciarsi al mondo, attraverso tutto quello che a loro manca. Sebbene infatti la legge prevede che non abbiano un telefono cellulare o tanti altri agi  tipici di una vita libera, spesso in carcere entra di tutto e di più. Complici i parenti degli arrestati che si inventano qualunque cosa pur di accontentare le richieste galeotte. Come la storia di droga e cellulare nelle parti intime di una donna che doveva dare queste cose a suo fratello in prigione.

Per fortuna grazie ai nuovi metal detector e nuove apparecchiature poste per controllare i visitatori, le guardie hanno individuato la turbata, traendo in arresto la donna.

Droga e cellulare nelle parti intime: scoop nel carcere di Avellino

La storia di questa donna e di droga e cellulare nelle parti intime da introdurre in carcere, si è verificata ad Avellino. La rea doveva portare l’armamentario a suo fratello, detenuto nel carcere del capoluogo campano. Pur essendo riuscita a superare i controlli ai cancelli del penitenziario, il secondo step non è andato come avrebbe voluto lei.

E infatti nel reparto colloqui, le guardie hanno utilizzato dei congegni particolari attraverso cui si sono accorti che qualcosa non andava. All’interno delle sue parti intime, la donna nascondeva un cellulare e della droga.

Arrestata la donna

La donna, che nascondeva droga e cellulare nelle parti intime per dare un’agevolazione al fratello è stata tratta in arresto. Gli agenti della polizia penitenziaria hanno fermato la salernitana, avvalendosi dell’aiuto delle unità cinofile.

Essi hanno utilizzato il nuovo metal detector che oggi sono stati distribuiti in molte carceri, tra cui la casa circondariale del capoluogo irpino.

I dirigenti del carcere soddisfatti di quanto avvenuto

Il micro cellulare e la droga si trovavano tra i genitali della donna. Ma per fortuna, come spiega il dirigente del carcere, l’efficienza degli agenti ha contribuito ad individuare le ipotetiche falle.

L’aneddoto avvenuto nell’Irpinia, segue quello di qualche giorno fa a Vibo Valentia, dove un carcerato aveva un micro cellulare e per evitare che fosse scoperto, lo nascondeva nell’ano. Quanto accaduto dimostra come sta cambiando in positivo il funzionamento nelle carceri, dove l’azione della Polizia penitenziaria, sta migliorando. Ecco perche hanno individuato droga e cellulare nelle parti intime della donna irpina.

Alessia D'Anna

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