Spettacolo

“Ti prego non fare come me…”: Silvia Toffanin, l’accorato appello della madre

Silvia Toffanin e l’adolescenza trascorsa con i nonni

Per chi non lo sapesse Silvia Toffanin è originaria di Cartigliano, un piccolo comune in provincia di Vicenza. Anche se la conduttrice di Verissimo è molto restia bel parlare della propria vita privata, tempo fa in un’intervista ha ricordato alcuni aneddoti della sua adolescenza. C’è da sottolineare che l’ex Letterina di Passaparola ha passato molti anni insieme ai suoi nonni. “I miei genitori lavoravano, e io passavo molto tempo coi nonni”, diceva la compagna di Pier Silvio Berlusconi.

Quest’ultima, inoltre, aveva confidato che suo nonno le raccontava i pettegolezzi del paese. Inoltre i due la coinvolgevano nelle loro abitudini abitudini giornaliere come il Santo Rosario, ma anche la processione della Madonna nel mese di maggio. Le serate, invece, le trascorreva a giocare a carte, ad esempio a Briscola, Settebello e spesso lei vinceva.

Un padre particolarmente geloso e possessivo

Nelle poche interviste realizzate, Silvia Toffanin ha confidato di essere figlia di un padre particolarmente geloso. Il genitore, infatti, non voleva che la sua primogenita uscisse da casa per incontrare gli amici, figuriamoci un fidanzatino. Ogni tanto le permetteva di recarsi in discoteca, a condizione che la accompagnasse lui.

In pratica l’uomo l’aspettava all’interno della sua automobile nel parcheggio del locale notturno. Ovviamente la moglie di Pier Silvio Berlusconi più volte gli consigliava di tornare a casa per poi tornare a riprenderla. Niente da fare, lui resta a fermo lì.

Il consiglio della madre di Silvia Toffanin per il suo futuro

Ma il comportamento del padre era abbastanza contraddittorio. Infatti, Se da una parte si imponeva di non farla uscire da casa, dall’altra le consigliava di camminare con le proprie gambe e costruirsi un futuro.

Parlando del suo primo viaggio nella Capitale quando era appena maggiorenne, la conduttrice ha ricordato quando la madre la incoraggiava. “Vai, viaggia, non fare come me che sono rimasta qui”. Ricordiamo che i genitori della padrona di casa del rotocalco Verissimo erano una bidella e un operaio.

Calogero Latino

Non c’è niente di speciale nella scrittura. Devi solo sederti davanti alla macchina da scrivere e metterti a sanguinare. (Ernest Hemingway)

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