Un prete esorcista, o almeno così lui ha asserito, è stato bloccato dai vigili in un comune in provincia di Vercelli. Dal momento che sulla sua autocertificazione aveva chiaramente indicato come motivazione del suo spostamento, il bisogno di effettuare un esorcismo al fine di liberare una persona dalla presenza del demonio, le autorità hanno ritenuto opportuno non multarlo.
Siamo ad Arborio, in provincia di Vercelli. Gli agenti della polizia locale stavano effettuando un regolare controllo, come da consuetudine per l’emergenza coronavirus, quando si sono imbattuti in quello che sembrava essere un prete esorcista.
Pare che il prelato stesse viaggiando a bordo della sua auto, quando alcuni agenti lo hanno fermato per effettuare il controllo. Sgomenti sono rimasti nel leggere sulla sua autocertificazione quella strana e anche inquietante motivazione di spostamento: “effettuare una pratica esorcista”. Il documento che ha valore legale per le autorità, è stata controllata dalle forze dell’ordine dell’Unione Bassa Sestia che lo hanno fermato.
Non capita certo tutti i giorni di incontrare un prete esorcista, che deve dunque avere a che fare con soggetti posseduti. Per cui, come riporta anche La Stampa, gli agenti non hanno potuto fare altro che lasciare andare il parroco verso la sua missione.
Nel frattempo è stata chiesta una spiegazione, più che lecita, al comandante della polizia locale Pierangelo Daglia, il quale ha dichiarato: “il documento presentato dal sacerdote non poteva in alcun modo essere contestato. Anche perché in calce erano riportate le credenziali firmate dall’arcivescovo. Gli agenti non hanno potuto dunque obiettare e proseguire con la verbalizzazione della contravvenzione”.
Quello che però lascia perplessi circa l’episodio del prete esorcista, è la smentita arrivata poche ore più tardi sal mondo clericale. l’arcidiocesi di Vercelli infatti si è sentita in dovere di intervenire a riguardo per smentire che la persona fermata come prete esorcista appartenga al presbiterio diocesano del posto. Addirittura fanno sapere che non si tratta affatto di un religioso operante sul proprio territorio.
Il quotidiano ha infatti riportato le parole del portavoce diocesano, per il quale dunque “anche il documento che ha presentato il sacerdote oggetto dei fatti menzionati non reca la firma dell’Arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo”. Quest’ultimo si è infatti dichiarato ignaro dell’accaduto e dunque estraneo alla questione.
Le imprese, possono godere di forti agevolazioni e sconti in riferimento al noleggio auto. In…
Quando si parla di moda, oggi più che mai, si affronta un argomento e si…
Continua con grande successo la messa in onda serale di Un posto al sole. Le…
Le previsioni dell'oroscopo del 12 ottobre vedono gli Scorpione un po' intransigenti. I Gemelli, invece,…
Da poco è tornato l'appuntamento con Casa Chi, il format online in cui vengono effettuate…
E' da poco terminata una nuova puntata di Uomini e donne e anche oggi largo…