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Caso Mario Bozzoli: forse Ghirardini sapeva qualcosa

Gian Pietro Fiore ha riportato in un suo recente articolo pubblicato su Giallo lo stralcio di una relazione che i carabinieri del reparto operativo e del nucleo investigativo di Brescia hanno scritto e consegnato in procura. Essa riguarda i casi di di Mario Bozzoli e Giuseppe Ghirardini.

Il documento riporta quanto segue: “Durante una perquisizione eseguita nel pomeriggio del 18 ottobre 2015, a seguito del rinvenimento del cadavere di Giuseppe Ghirardini, fra le altre cose, all’interno della camera da letto venivano rinvenute, in una cassettiera, 8 banconote da 500 euro e altrettante da 50 euro, per un totale di 4.440”. Che cosa c’è di strano? Ebbene, secondo gli opportuni accertamenti tale somma non sarebbe compatibile con lo stile di vita di Ghirardini. Stiamo parlando dell’operaio che lavorava presso la fonderia di Mario a Marcheno, trovato morto diversi giorni dopo la sparizione del suo datore di lavoro.

Mario Bozzoli: il mistero dietro Ghirardini

Giuseppe Ghirardini avrebbe avuto nel suo conto corrente una somma bene inferiore alla liquidità che gli inquirenti hanno rinvenuto. Peraltro, la relazione accerta l’assenza di “operazioni tali da giustificare la disponibilità”. È certo anche come le banconote di taglio più elevato provenissero dall’Austria e recassero numeri di serie consecutive “quindi verosimilmente tratte da una stessa provvista”.

Giuseppe Ghirardini era un fedele operaio dell’azienda di Mario Bozzoli. L’uomo scomparve il 14 ottobre 2015, a distanza di una settimana rispetto al suo datore di lavoro (sparito l’8 ottobre dello stesso anno). Il giorno della scomparsa Giuseppe aveva appuntamento in caserma, per farsi interrogare dai carabinieri. Il cadavere dell’uomo venne trovato il 18 ottobre sui monti del Tonale.

Le ipotesi degli inquirenti

Secondo gli inquirenti, Mario Bozzoli sarebbe stato ucciso da suo nipote Giacomo per alcune questioni economiche relative alla direzione della fonderia. Rimane il mistero sul corpo dell’imprenditore, mai rinvenuto. Si ipotizza che dopo averlo ucciso, il killer possa essersi sbarazzato del cadavere di Mario bruciandolo in uno dei due forni della fonderia, in cui avveniva la fusione dei metalli.

Chi era Giuseppe Ghirardini

Giuseppe Ghirardini morì all’età di 50 anni. Il giorno della sua sparizione avrebbe dovuto essere interrogato dai carabinieri per questioni relative alla sparizione del suo datore di lavoro, Mario Bozzoli. Il suo ruolo nella fonderia era quello di addetto ai forni.

Per la precisione, Giuseppe aveva la responsabilità sul forno più grande ed era di turno proprio la sera della sparizione di Bozzoli. Dalle analisi sul corpo di Ghirardini si evinse come l’uomo morì per aver ingerito volontariamente una dose di cianuro che si trovava all’interno di un’esca, che solitamente i cacciatori usano per gli animali di grossa taglia.

Marco Della Corte

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