Categories: Spettacolo

Uso creativo dell’LFO nelle produzioni elettroniche

L’acronimo di LFO è Low Frequency Oscillator, ma non è scontato sapere cosa sia e quale sia la sua funzione.
L’LFO è un oscillatore che genera onde a frequenze molto basse, infrasoniche o sotto i 20 Hz, impercettibili all’orecchio umano ma molto utili per controllare ciclicamente il segnale audio, applicando il segnale dell’LFO come segnale di modulazione a un parametro come il pitch o l’ampiezza.
Per creare un vibrato, assegnerò l’LFO al pitch del segnale mentre per realizzare il tremolo applicherò l’LFO all’ampiezza del segnale (volume).
Nei sintetizzatori l’LFO è sempre presente, nei sequencer ha gli usi più disparati per controllare anche i parametri di esecuzione.
La dubstep senza LFO sulle basse sarebbe come il rock’n roll senza Elvis.
Insomma l’LFO è un controllo necessario quando vogliamo modulare il segnale.

Un modo di utilizzare l’LFO nelle produzioni è il classico wobble: usando come forma d’onda dell’LFO una classica sinusoide, applichiamo l’LFO al cutoff del Low Pass Filter che filtra il segnale di un oscillatore con forma d’onda triangolare o a dente di sega.
Sincronizzando la frequenza dell’LFO al tempo del sequencer otterremo l’effetto wobble.
Questa tecnica, sulle basse frequenze, è alla base del linguaggio produttivo di oggi in molti generi di musica elettronica.
Negli ultimi periodi utilizzo l’LFO anche per rendere più vivaci i pad.
Mi riferisco a texture e pad che fanno surrounding, cioè avvolgono la stereofonia con il loro suono e mi permettono di dare ambienti.
Spesso questi pad si evolvono lenti nel tempo e se da un lato creano atmosfere e coprono una gran fetta di spettro di frequenza, dall’altro rallentano il groove.
Per renderli meno statici applichiamo l’LFO al pan giocando su un rate serrato con valori di 1/16 o 1/32esimo sincronizzato al tempo del sequencer, e controllando l’offset (il punto di partenza dell’onda che seleziono per la modulazione).
Inoltre, modifichiamo la fase dell’onda e, aumentando e diminuendo l’intervento del pan.

Un virtual instrument consigliato vivamente è il WOW2 di SugarBytes: qui l’LFO genera una curva di controllo su differenti forme d’onda, sincronizzandosi al sequencer in tre modi differenti.
Il primo è un audio trigger classico, nel secondo l’LFO è diviso in base al tempo del sequencer (bpm) e può essere
retriggerato dal segnale entrante, come ultimo il trigger agisce in base alla posizione della song: questo modo è ideale per chi ha bisogno di una modulazione riproducibile costante in tutti i punti del brano.
La modulazione organica del segnale può drasticamente cambiare il timbro e la pasta sonora; questo metodo non è certo nuovo ma miscelato agli altri controlli di WOW2 crea un plug-in che fa la differenza per varietà e creatività nell’utilizzo dell’LFO.

Bazar

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