Secondo tutti i sondaggisti, queste sono le elezioni inglesi più imprevedibili di sempre. I cittadini britannici voteranno oggi e i primi risultati si sapranno (forse) nella notte.
I due principali sfidanti sono David Cameron, il premier uscente che rappresenta i conservatori, ed Ed Miliband, il leader dei laburisti. Gli ultimi sondaggi danno entrambi i partiti sul 30-35%, dunque ormai sembra certo che nessuno dei due raggiungerà la maggioranza; in questo caso l’ultima possibilità è un governo di coalizione.
Ma analizziamo meglio queste elezioni:
Ha 49 anni ed è di origine nobile, ha studiato nelle scuole più prestigiose del Regno Unito; inoltre ha passato due anni sabbatici ad Hong kong e in Unione Sovietica. Nel suo primo mandato è riuscito a far uscire l’Inghilterra dalla recessione con tagli alla spesa pubblica e austerity, poi è riuscito ad aumentare i posti di lavoro, dunque il suo apprezzamento nei sondaggi è ancora alto. Gli avversari gli contestano la pressione fiscale aumentata, l’aumento delle tasse universitarie e i tagli sul servizio sanitario che sono arrivati al livello degli anni ’30.
Ha 46 anni, viene da una famiglia di origini ebree scappata dal continente europeo durante il nazismo; prima di laurearsi in politica ed economia ha vissuto per un periodo negli Stati Uniti. Nel 2010 ha sfidato suo fratello David alla leadership del partito laburista e ha vinto, anche grazie alle sue posizioni vicine alla sinistra tradizionale. Accusa Cameron di essere troppo colluso con le élite finanziare e vuole lottare per una società più giusta.
Lo scottish National Party avrà un risultato eccezionale, perché ormai è certo di vincere in quasi tutti i collegi scozzesi e probabilmente è anche disposto a fare accordi con i laburisti per formare un governo. UKIP di Nigel Farage, invece, non eleggerà molti candidati, ma Cameron sta pensando anche a loro come possibili alleati. Anche il partito liberaldemocratico è in calo e rischia di disgregarsi.
I deputati della House of Commons (camera dei comuni) sono eletti con il sistema maggioritario uninominale, questo significa che ogni collegio elegge solo un candidato, quello con più voti; i collegi del Regno Unito sono 650 e ogni partito candida una persona per collegio. Il candidato con più voti viene eletto, rimane indifferente il fatto che abbia preso il 51% o il 100%; tuttavia questo sistema può portare degli squilibri. A governare sarà il partito che ha eletto più candidati, ma non basta la maggioranza semplice, bisogna raggiungere la maggioranza assoluta cioè 326 seggi.
Ad ogni modo queste elezioni rimangono incerte, i risultati definitivi si avranno solo nel pomeriggio di venerdì.
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