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Gucci prova a ripartire disegnando un uomo elegante e femmineo

Le sfilate della Settimana maschile della Moda di Milano rilanciano il brand Gucci grazie al nuovo direttore creativo, Alessandro Michele, che crea un look decisamente rivoluzionario,

Una terapia d’urto. Ecco quello che serviva a Gucci per riconquistare la scena della moda internazionale, una posizione che la maison deteneva negli anni ’90 grazie alla guida di Tom Ford e che si è poco a poco incrinata, come testimoniano anche il calo dell’1,1 per cento del fatturato del 2014 e l’ulteriore flessione del 7,9% fatta registrare dalle vendite nel corso del primo trimestre del 2015. E il nuovo direttore creativo Alessandro Michele ha realizzato una collezione maschile, presentata nella Settimana della Moda di Milano, che rappresenta proprio il tentativo di rompere gli schemi e lanciare un segnale: Gucci vuole creare le tendenze, andando al di là della semplice (e stringente) definizione di genere.

Un uomo poco macho. Dopo alcune collezioni che avevano fatto storcere un po’ il naso agli esperti e ai critici, non tanto per il gusto e il lusso, quanto per la monotonia, il primo vero banco di prova per Michele è stato decisamente superato grazie a una “rivoluzione”: abiti giovani, cool, di una trasgressiva eccentricità, ma allo stesso tempo in grado di rivolgersi a un’ampia fascia di consumatori. Uomini in occhiali da geek, con grandi borse a tracolla, fasciati al collo da sciarpe femminee, che indossano vestaglie di seta con maniche di pelliccia o pantaloncini rosa di pizzo: ecco alcuni dei dettagli innovativi, che ben si armonizzano con alcuni dei particolari del passato di Gucci, come i mocassini con il tradizionale morsetto, le cinture e i trench con il logo della doppia G (ma cucito con ricami floreali sopra le righe) e soprattutto il mix di colore verde e rosso scuro, che riportano alle scelte degli anni Settanta. Un tentativo, come ha spiegato Alessandro Michele, di miscelare il passato e il futuro, ispirato al gioco artistico del “détournement”, il principio del Situazionismo che incitava ad appropriarsi del passato e di lavori già realizzati, dare loro nuovi significati e reinterpretarli al di fuori del loro contesto originale per creare antagonismo e tumulto.

Tra androginia e cultura orientale. Nelle camicie e top in pizzo, collari volant, bluse scintillanti e soprattutto nei pantaloni a zampa (ma anche in quelli da tuta) non possono non leggersi degli echi all’androginia degli anni Settanta, dominati nell’immaginario non solo rock dal grande David Bowie, mentre i tessuti in seta con fiori di ciliegio ricamanti e i motivi con dipinti gli uccelli del paradiso (scelte lontanissime dal sobrio look tradizionale di Gucci) trasportano immediatamente in atmosfere orientaleggianti, così come i colori scelti per i capi (giallo ranuncolo, rosso scarlatto, rosa malva, viola, verde veleno, in netto contrasto con le tinte che stanno dominando la stagione, ovvero le tonalità della sabbia e della pietra). Uno spettacolo visivo, che ha strizzato l’occhio anche alla cultura hippy e in particolare al Festival di Woodstock, rintracciabile nelle borchie e negli applique presenti sulle pelli scamosciate e nel trench e nei jeans di denim sbiancato.

La rottura col passato. D’altronde, il primo segnale di novità introdotto da Alessandro Michele è stato nella location per la sfilata, cambiata per la prima volta in quasi due decenni: abbandonato il tradizionale auditorium in Piazza Oberdan di Milano, la decisione è ricaduta su una stazione ferroviaria abbandonata a nord della città, con una passerella di cemento al posto della moquette. La domanda da porsi ora è: questa rivoluzione, di stampo intellettuale e chic, avrà un seguito “commerciale”? I modelli presentati a Milano saranno poi effettivamente messi in vendita, nelle boutique cittadine o negli store online specializzati come come possiamo vedere qui? Fare previsioni è quasi impossibile, ma la sensazione è che la sfilata meneghina abbia tracciato una direzione che sarà seguita poi dalle collezioni “vere”, ma solo il tempo ci dirà se la rivoluzione ha avuto gli effetti sperati.

Per approfondimenti: http://www.milanomodauomo.it/it/

Anna Capuano

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