Gay Pride contro Matteo Salvini e i ‘porti chiusi’: ‘Meno Salvini più pom***i’ FOTO

La settimana che si è appena conclusa è stata dedicata interamente alla difesa dei diritti degli Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Ieri, a Milano c’e stata l’ultima parata del Gay Pride e Matteo Salvini e diventato il bersaglio facile di molti partecipanti omosessuali. Andiamo a vedere nello specifico cos’è successo.

Gay Pride 2018: i manifestanti non approvano la politica di Matteo Salvini 

Ieri pomeriggio a Porta Venezia a Milano c’erano circa 250 mila persone al Gay Pride 2018. Il sindaco della città lombarda Giuseppe Sala ha sfilato insieme insieme all’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e dietro di loro, un grande striscione con su scritto lo slogan di quest’edizione: ‘#civili ma non abbastanza’.

Ma quest’anno altri cartelloni hanno attirato l’attenzione dei media e provocato una serie di polemiche sul web. Si tratta di striscioni tutti indirizzati al neo Ministro degli Interni Matteo Salvini a la sua politica contro gli immigrati clandestini. (Continua dopo le foto)

Al Gay Pride di Milano presenti molti striscioni contro Matteo Salvini 

A molti partecipanti del Gay Pride 2018 non è piaciuta affatto l’iniziativa di Matteo Salvini di chiudere i porti italiani. Tra i vari cartelloni, alcuni in particolare hanno suscitato scalpore. Alcuni riportavano le seguenti frasi: “Tranquilla mamma sono fr***o, non sono fascista”. Nel corteo, inoltre, era presente una bambola gonfiabile raffigurante il leader della Lega Nord con la bocca aperta. Accanto ad essa uno striscione con su scritto: “Anche io ho tanti amici omosessuali, ma non sono omofobo”. Un altro ragazzo sventolava un bandiera con la seguente frase: “Meno Salvini più pom***i”. Alla parata di Milano hanno partecipato anche molti musulmani con lo slogan “Allah loves equality”.