Genitori e part-time: la Riforma dei Contratti del Jobs Act

Genitori e Jobs Act

La riforma dei contratti approvata dal Governo in esercizio della delega del Jobs Act introduce nuovi strumenti di conciliazione lavoro famiglia: entrambi i genitori possono procedere alla richiesta della trasformazione temporanea del contratto di lavoro in part-time (in luogo del congedo parentale). Il contratto part-time (o meglio noto come contratto a tempo parziale) è un rapporto di lavoro caratterizzato da un orario ridotto rispetto a quello previsto dai CCNL e dalla legge; riguarda tutti i settori di attività, ed è previsto sia nei contratti a tempo determinato che indeterminato. La suddetta trasformazione può essere richiesta per una sola volta per un periodo di tempo corrispondente che comporta una riduzione di orario non superiore al 50%. Il congedo parentale, regolato dal testo unico dei diritti a sostegno del principio della genitorialità dei lavoratori, è caratterizzato da una durata massima di 10 mesi, suddivisi in una frazione di limite di 6 mesi per ciascuno dei due lavoratori-genitori.

Conciliazione lavoro e famiglia: novità sul congedo parentale ed esigenze di genitorialità

L’attuazione del Jobs Act, prevede delle novità in tema di conciliazione dei tempi di lavoro con il tempo dedicato alla famiglia. Aumenta l’età del bambino che rappresenta la condizione necessaria per chiedere la riduzione dell’orario lavorativo (12 anni in luogo dei precedenti 8 anni). C’è di più. Un’altra occasione per richiedere la trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time è data dalla circostanza che il genitore lavoratore o lavoratrice abbia un figlio convivente di età superiore ai 13 anni o portatore di handicap.

Altri casi  di priorità di richiesta del contratto part-time

Le ulteriori esigenze previste dal decreto denotano una visione globale dell’interesse e della tutela che lo Stato accorda alla famiglia intesa quale cellula-istituzione. Le novità vanno oltre il carattere necessario legato alla presenza dei figli, dunque, oltrepassa la bi-genitorialità, per dare risalto ad altri tipi di eventi che possono compromettere il normale percorso di una famiglia. E’ prevista una priorità nel chiedere il part-time a carico di lavoratori affetti da patologie oncologiche o da malattie con conseguenze degenerative (anche se le stesse riguardano il coniuge, i figli o i genitori). La priorità, inoltre, prende forma anche in caso di necessaria assistenza (e conseguente cura) di una persona convivente, completamente inabilitata (con una percentuale di invalidità pari al 100%).