Fitoterapia, pro e contro dei medicinali naturali
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Che cos’è la fitoterapia?

La fitoterapia (dal greco phytòn=pianta e terapéia=cura) è quella pratica che prevede, fin dai tempi antichi, l’utilizzo di piante o estratti per mantenere il benessere psicofisico.
Tramandata di generazione in generazione, con il progresso era stata gradualmente sostituita dalla medicina moderna, costituita da medicinali di sintesi (quasi tutti di derivazione naturale).

Secondo dati ISTAT dell’ultimo ventennio, “complici i numerosi effetti collaterali e costi sempre più elevati dei farmaci, molti (4,9 milioni di persone) sono tornati ad un approccio più naturale e a una maggiore attenzione alla fitoterapia“.

Come funziona la fitoterapia?

Questa riscoperta ha portato gli studiosi ad analizzare con occhio più critico le erbe medicinali: benché non vi siano, in alcuni casi, certezze scientifiche sul come agiscano, è chiaro che la fitoterapia si pone l’obiettivo di alleviare la causa che sta alla base del disturbo, curando l’individuo a 360 gradi, mentre la medicina convenzionale moderna si limita a curare i sintomi. Anche questo ha portato a un riavvicinamento ai rimedi fitoterapici.

Fanno parte delle fitomedicine tutti quei prodotti medicinali finiti, contenenti principi attivi esclusivamente delle piante allo stato grezzo (anche succhi, oli essenziali, ecc.). Se preparati seguendo un iter professionale, i rimedi fitoterapici non presentano controindicazioni (a parte eventuali allergie o interazioni con altri medicinali).

La professione del fitoterapista si basa su una laurea specialistica in Farmacia o Chimica e tecnologie farmaceutiche. In gran parte dell’Unione Europea, i rimedi fitoterapici sono considerati e venduti allo stesso modo dei farmaci di sintesi; solamente in Italia vengono ancora considerati alla stregua di integratori alimentari e quindi sottovalutati.

Molti dei farmaci moderni sintetizzano molecole naturali. Un esempio classico è la comune aspirina (acido acetilsalicilico), oggi prodotta chimicamente, ma il cui principio attivo, un tempo, veniva estratto dalla corteccia di salice o dalla spirea ulmaria.
Ippocrate, padre della medicina, descrisse una polvere amara estratta dal salice, utile per alleviare dolori e febbre. Erodoto scrisse di un popolo che non si ammalava mai in quanto avvezzo a mangiare foglie di salice. Andando sempre più a ritroso nelle epoche storiche, anche i nativi americani, gli egizi e i sumeri parlavano di questo estratto.

La fitoterapia ha millenni di esperienza, l’efficacia dei suoi rimedi è comprovata. Le nuove tecnologie estrattive e le procedure di laboratorio stanno rendendo i principi attivi delle erbe medicinali più stabili e concentrati.

Tuttavia, gli studi clinici approfonditi risultano ancora scarsi, così come una vera e propria titolazione e standardizzazione (procedure analitiche della reazione chimica). Ecco il motivo per cui non si ha ancora un quadro completo riguardo a interazioni e tossicità.

I pro dei rimedi fitoterapici rimangono comunque molti:

  • buona tollerabilità dei prodotti di origine naturale;
  • fonti sempre rinnovabili;
  • processi produttivi ecologici;
  • utilizzabili sia per trattamento, sia per prevenzione
  • utilizzabili in casi cronici;
  • utilizzabili contestualmente a una terapia farmacologica classica;
  • sviluppata secondo criteri scientifici.

Molti rimedi naturali per l’automedicazione riguardano solamente disturbi leggeri e transitori.

Patologie più serie possono essere trattate con rimedi naturali, ma, come per ogni cura e trattamento, vanno assunti sotto il controllo di un medico, il quale valuterà dosi e tempi di somministrazione.

Attenzione! Non confondere assolutamente la fitoterapia con l’omeopatia (omeo=simile, patia=sofferenza) ritenuta priva si qualsiasi fondamento scientifico.