Salute e benessere

Diabete, un addittivo nel pane e nei prodotti da forno ne aumenta il rischio: ecco quale

Secondo uno studio condotto dalla Harvard T. H. School of Public Health, un addittivo comunemente usato per la conservazione degli alimenti potrebbe influire sull’aumento del rischio di diabete. Si tratta del propionato, un conservante comunemente impiegato nei prodotti da forno e anche nei mangimi animali in quanto ha proprietà anti-muffa.

Diabete: un conservante potrebbe aumentarne il rischio

I ricercatori hanno dapprima esaminato gli effetti di questo conservante sui topi. Sui roditori è stato riscontrato un aumento dei livelli di zucchero nel sangue. In particolare hanno riscontrato l’attivazione del sistema nervoso simpatico, che ha portato all’innalzamento nella produzione di ormoni, quali il glucagone, della norepinefrina e FABP4.

A seguito di questo processo, il fegato ha cominciato a produrre livelli più alti di glucosio, che a sua volta ha portato all’aumento dei livelli di insulina nel sangue. In questo modo si è sviluppata nei topi una condizione nota come iperglicemia, che è l’anticamera del diabete. Oltre a ciò sono anche aumentati di peso.

Successivamente, nella seconda fase dello studio, i ricercatori sono passati a studiarne gli effetti sull’uomo. Nello specifico lo studio ha riguardato 14 persone in salute, che sono state divise in due gruppi: a un gruppo è stato somministrato un pasto contenente un grammo di propionato, all’altro un pasto contenente soltanto un placebo.

Dai campioni di sangue dei volontari analizzati prima e dopo i pasti, i ricercatori hanno evidenziato che il propionato ha portato all’aumento degli stessi ormoni già osservati nei topi. In sostanza anche nell’uomo è stata confermata l’alterazione del metabolismo in grado di aumentare i rischi di sviluppare sia il diabete che l’obesità.

Tuttavia questo studio presenta dei limiti come riconosciuto dagli stessi ricercatori. Lo studio infatti non ha dimostrato un rapporto di causa e effetto tra il consumo del propionato e lo sviluppo del diabete di tipo 2 e l’obesità. Inoltre non si conoscono gli effetti a lungo termine del propionato a basso livello sulla salute umana. Non è detto quindi che la maggior parte di questi dati, che è stata ottenuta sui topi, valgano anche per l’essere umano. La ricerca è stata pubblicata su Science Translational Medicine.

Marco Troisi

Dottore in giurisprudenza, appassionato bibliofilo, cultore delle belle lettere. Vincitore di concorsi in ambito letterario, i suoi testi sono stati pubblicati in numerose riviste e antologie. Gestisco https://www.news24web.it/, un sito informativo che si propone l'obiettivo ambizioso di raccontare la contemporaneità.

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