Adriano Volpe 1 Giancarlo Magalli 0. Prima compagni di lavoro a I Fatti Vostri, quindi rivali agguerriti, la querelle finirà dritta dritta in tribunale. Quest’anno il conduttore vedrà, almeno in parte, le vacanze rovinate, chiamato a processo per diffamazione verso la collega. Lo scriva Dagospia, che riporta anche una data per la prima udienza, prevista per il 15 luglio prossimo.
L’inizio della fine risale a novembre 2017, quando il presentatore, in un’intervista concessa al settimanale Chi, aveva usato gravi insinuazioni nei confronti della Volpe, 45 anni. Una diatriba portata anche sul posto di lavoro, negli studi di Raidue, addirittura in diretta. Volpe, nella circostanza, mise in evidenza l’età del collega, che, come risposta, la apostrofò “rompi…”. Crisi professionale trasferita sui social, a suon di post velenosi, che l’hanno resa sempre più aspra.
Magalli, su Facebook, scrisse persino che esistono certamente giovani di talento, pronti, prima o poi, a prenderne il posto, ma tra questi non può annoverare pure Adriana, la quale – guarda caso, commentava lui – lavora da vent’anni perché stimata da una sola persona. Eh sì – ribadiva – proprio vent’anni: lei non è proprio una bimba. Comunque non gli pare di aver offeso qualcuno. Semplicemente aveva precisato che non gli piaceva lavorare con lei, in sincerità. Ma chi non ci è abituato può non gradire e Giancarlo Magalli sosteneva di capirlo.
Gli estremi dell’offesa secondo il Tribunale di Milano ci sarebbero però, ragion per cui Magalli dovrà presentarsi in aula e affrontare la prima udienza. Il magistrato ha così accolto la richiesta della Volpe, rivoltasi al suo avvocato. Letta la celeberrima intervista, Adriana si era sentita offesa e da lì era iniziato tutto. Solo un mese fa Magalli aveva esultato proprio sui social, annunciando in un post che il magistrato aveva deciso di respingere la richiesta di rinvio a giudizio presentata dai legali che seguono Adriana Volpe.
Quindi Adriana aveva risposto per le rime, sostenendo che Giancarlo Magalli a processo ci sarebbe andato. E che il post pubblicato consisteva nell’ennesima tentativo di negare la realtà davanti all’evidenza. Le opinioni personali non contano – continuava, contano gli atti processuali e quelli riportano che Magalli sosterrà il processo, senza udienze preliminari. Quella su Facebook – concludeva – è una diffamazione per cui si prevede la citazione diretta a giudizio. E a quanto pare il tempo è stato con lei galantuomo.
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