Lo scorso giovedì Barbara d’Urso ha rivelato di aver sporto denuncia contro un hater, celato dietro al profilo Instagram @carmelitadurto. Successivamente, la conduttrice napoletana aggiungeva che, secondo gli accertamenti della Polizia Postale, un noto giornalista “istruiva” l’odiatore seriale su come comportarsi.
Poco dopo il messaggio, Alberto Dandolo si è autodefinito il giornalista coinvolto nella storia, dando però ulteriori dettagli. Ammettendo di essere lui ‘quel giornalista’, ha puntualizzato che la collaborazione con il profilo è un’affermazione senza al momento alcun riscontro legale.
Ma l’aspetto più incredibile – scriveva Alberto Dandolo – è una “dimenticanza” di Carmelita: il non aver divulgato che, a seguito di una perquisizione e di un interrogatorio, un ragazzo sardo ha ammesso la propria responsabilità. Quello stesso ragazzo nascosto dietro al profilo lo avrebbe indicato Dandolo stesso. E Barbara d’Urso lo saprebbe bene.
Adesso arriva un comunicato di LaPresse (che gestisce l’immagine della presentatrice di Pomeriggio 5), con nuove informazioni sulla vicenda. Stando a quanto riporta, Dandolo avrebbe comunicato il proprietario del profilo solamente perché è stato messo alle stratte dalla Polizia.
Nella nota diramata, l’agenzia spiega che basterebbe prendere visione del verbale con le sommarie informazioni date dal giornalista, per acclarare come egli non abbia affatto fornito di sua spontanea volontà le generalità dell’autore del profilo IG denunciato da Barbara d’Urso.
Al contrario – in seguito a insostenibili contraddizioni e tentennamenti, messo sotto torchio dalle autorità dati gli elementi di prova raccolti nei suoi confronti – avrebbe dovuto cedere all’evidenza dei fatti. Ormai i fatti sarebbero divenuti incontrovertibili, perciò avrebbe ammesso non solo di conoscere il titolare formale del profilo Instagram; ma anche di essere in contatto col ragazzo almeno dal febbraio 2018 con riferimento al suddetto profilo.
Poi, LaPresse obietta su un’altra affermazione di Dandolo: ovvero il carattere giocoso e sarcastico perché risulterebbe evidente a tutti che né il Pubblico Ministro né la Polizia Postale avrebbero ravvisato gli estremi del grave reato di stalking in assenza dei relativi presupposti.
Le stesse autorità competenti nemmeno avrebbero mosso accuse contro Dandolo di concorso nel predetto reato, se davvero, come egli invece continua a sostenere, avesse solamente scambiato un paio di tweet con il titolare formale del profilo. Lo comprendono, egli ora deve difendersi, e, a nome della d’Urso, non intendono aggiungere altro. Con questo intervento, si aspettano che non rilasci più informazioni sulla loro assistita.
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