Franco, papà di Daniele Potenzoni, crede ancora nella giustizia. L’uomo ha dichiarato di aspettarsi dai giudici della corte d’appello ciò che non è riuscito ad avere durante il primo processo.
L’uomo chiede solamente giustizia per il suo Daniele, scomparso all’età di 26 anni durante un viaggio a Roma. Franco non può comprendere come nessuno abbia ancora pagato per aver perso suo figlio.
Del resto, l’infermiere che accompagnava il 36enne nel viaggio, avrebbe dovuto vigilare sull’incolumità del suo assistito. Come detto mestamente da Franco Potenzoni, ciò non è accaduto e sono quasi cinque anni che di Daniele si sono perse le tracce. Nella prima sentenza, i giudici hanno chiarito l’assenza di dolo nell’azione dell’imputato.
Il padre di Daniele Potenzoni nutre non poche perplessità sul comportamento dell’infermiere che avrebbe dovuto assistere il figlio durante il viaggio a Roma, lo stesso in cui scomparve. “Ci mancherebbe che l’avesse perso apposta!” ha commentato l’uomo riferendosi alla sentenza menzionata nell’introduzione dell’articolo.
Come riportato da Giallo, Franco ha aggiunto che finché avrà forza non si fermerà. È dal 2015 che Franco Potenzoni non ha più notizie del figlio autistico. Al giorno d’oggi è impossibile conoscere il destino dell’uomo. Il papà Daniele ha, inoltre, affermato che qualcuno dovrà pur pagare per quanto accaduto.
Franco Potenzoni ha dichiarato di essere deluso, ma di non abbattersi. Il papà di Daniele ha confidato di nutrire fiducia nei giudici della corte d’appello. Daniele Potenzoni scomparve in data 10 giugno 2015. L’uomo era originario di Pantigliate (Milano).
Il giorno della sua sparizione si trovava a Roma per assistere ad un’udienza di Papa Francesco assieme ad altri pazienti del centro diurno dell’ospedale di Melegnano, località a poca distanza dal capoluogo lombardo. Il gruppo era accompagnato da alcuni infermieri.
Purtroppo, quel giorno Daniele Potenzoni scappò al controllo del sanitario che lo assisteva in quel momento, scomparendo nel nulla dalla metropolitana della capitale. Sotto processo è finito uno dei dipendenti della struttura sanitaria dove era in cura il 36enne: Massimiliano Sfrondini.
All’uomo è stato contestato il reato di abbandono di incapace. Nonostante tutto, Sfrondini è stato assolto in primo grado. È d’uopo chiarire che il pubblico ministero avesse chiesto per l’infermiere una condanna di un anno e 8 mesi di carcere. Si attende il pronunciamento della corte d’appello di Roma per il prossimo 31 gennaio.
Le imprese, possono godere di forti agevolazioni e sconti in riferimento al noleggio auto. In…
Quando si parla di moda, oggi più che mai, si affronta un argomento e si…
Continua con grande successo la messa in onda serale di Un posto al sole. Le…
Le previsioni dell'oroscopo del 12 ottobre vedono gli Scorpione un po' intransigenti. I Gemelli, invece,…
Da poco è tornato l'appuntamento con Casa Chi, il format online in cui vengono effettuate…
E' da poco terminata una nuova puntata di Uomini e donne e anche oggi largo…