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USA, nuovo studio sugli effetti della marijuana

Due scienziati dell’Indiana University stanno intraprendendo uno studio sui consumatori di marijuana, sperando che questo, finalmente, possa mettere in luce il poco compreso impatto della droga sul cervello.
Questa ricerca si sta effettuando, neanche a farlo apposta, in concomitanza con l’accettazione del farmaco con THC da parte di diversi stati americani.

Lo psicologo clinico Brian O’Donnell e la collega Sharlene Newman stanno cercando dei consumatori di marijuana e degli ex consumatori per lo studio, che è uno dei primi nel suo genere. Il loro lavoro è stato finanziato con una sovvenzione di 275 mila dollari da parte del National Institutes of Health.

La marijuana, a scopo terapeutico e utilizzata quindi come vero e proprio medicinale, sta ottenendo numerosi consensi in diverse parti degli Stati Uniti, secondo la Conferenza Nazionale delle legislature statali.

E ‘in corso di decriminalizzazione, ma senza conoscere veramente i suoi effetti a lungo termine sulla struttura o funzione del cervello“, ha detto O’Donnell al The Courier-Journal.

Infatti, le persone che scelgono di usare la marijuana hanno bisogno di sapere “l’influenza nella funzione fisica o mentale“.

I partecipanti allo studio saranno sottoposti a una serie di scansioni cerebrali, in modo che il team di ricerca, con sede a Bloomington, possa concentrarsi sui cambiamenti nei loro cervelli. Scansionando e analizzando dettagliatamente le immagini del cervello si potrà dimostrare come la marijuana cambi la struttura e le funzioni del cervello.

O’Donnell, anche docente presso il Dipartimento di Psychological and Brain Sciences, ha detto che gli studi sugli animali e i reperti umani preliminari suggeriscono che l’uso di marijuana possa colpire parti del cervello umano.

I ricercatori useranno la risonanza magnetica su 90 persone di età compresa tra 18 e 35 anni.

Stiamo confrontando i soggetti nei diversi gruppi. Il gruppo che non ha mai usato la marijuana è il nostro gruppo di base“, ha detto Newman, il professore associato e direttore del Brain Imaging Facility UI.

Si dovrà verificare che le cavie non stiano prendendo altri farmaci e ci si possa concentrare solo sugli effetti della marijuana sul cervello. Saranno inoltre sottoposti a prove di percezione, di pensiero e di memoria.

Secondo quanto riportato da un precedente studio, pare che la connettività nel cervello sia stata talmente alterata nei consumatori di cannabis, tale da rendere il cervello meno efficiente.

Secondo il National Institute on Drug Abuse, gli effetti negativi della marijuana comprendono le percezioni alterate e i cambiamenti di umore, i disturbi di coordinazione, la difficoltà di pensiero e di problem-solving, nonché problemi di apprendimento e di memoria.

Simona Pagliani

Ragazza eclettica con una doppia vita come i migliori supereroi: di giorno impiegata, di notte escogito il mio piano per conquistare la rete.

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