Il conduttore televisivo Corrado Tedeschi e la sua battaglia contro il cancro: il racconto drammatico alla trasmissione ‘Vieni da me’.
Oggi ospite di ‘Vieni da me’, programma condotto da Caterina Balivo, c’era il presentatore televisivo Corrado Tedeschi, adesso impegnato in alcune fiction e soap come il Posto al sole.
Corrado, il racconto sul tumore
Chi ha qualche anno in più sicuramente Corrado Tedeschi e volto noto soprattutto a cavallo tra anni Ottanta e Novanta. Lui fu uno dei presentatori del seguitissimo ‘Il Gioco delle Coppie’. In studio il presentatore ha raccontato un po’ tutta la sua vita e in particolare la battaglia contro il tumore e la sua vita privata.
Corrado Tedeschi, in particolare, ha toccato il tema della malattia rivelando come questa abbia condizionato la sua vita:
“Con la malattia rimetti le cose nella giusta classifica. Quando finisci il percorso dici che non ti arrabbierai più per le sciocchezze, ma non è così nel senso che ti arrabbi, ma con maggiore consapevolezza e oggi amore ancora di più le persone che già amavo perché mi tengono attaccato alla vita”.
Tedeschi lancia un messaggio:
“Ho parlato della mia malattia, due signore mi hanno detto che, dopo aver ascoltato la mia storia, si sono sottoposte alla colonscopia e hanno scoperto di avere a loro volta il tumore. Quindi fate la colonscopia perché vi può salvare la vita”.
Corrado e il rapporto con i figli
Il rapporto con i figli è stato determinante per la sua salvezza:
“Ho avuto una vita meravigliosa, due figli bellissimi, l’amore delle donne che non mi sono mai mancate”.
Corrado Tedeschi, poi parla del suo esser figlio e in quel momento parte l’inno di Mameli confessa:
“Non c’è nulla di politico. Questo inno è un omaggio alle persone che hanno dato la vita per l’Italia che è un grande Paese. Mio padre ha dedicato la sua vita all’Italia e tutti dovremmo essere orgogliosi di essere italiani”.
L’inno ha senso solo perchè il padre era infatti un ufficiale di Marina e addirittura da piccolo il conduttore televisivo viaggiava spesso per questo motivo:
“Spesso ero costretto a lasciare la scuola anche a metà anno scolastico e quindi, ancora oggi, ho paura di affezionarmi alle persone perché temo di doverle poi lasciate”.