Il neuroblastoma è uno dei tumori più diffuso in età pediatrica. I ricercatori del dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Alma Mater, assieme a colleghi americani, australiani e tedeschi, hanno scoperto una nuova molecola che può inibire la proliferazione delle cellule cancerogene. La ricerca pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, ha ricevuto anche il sostegno da parte dell’Airc.
Alla base del neuroblastoma vi è l’oncogene MYCN Mycn. Attualmente non esiste un farmaco capace di agire direttamente su questo oncogene, ma ve ne sono alcuni che possono agire sui geni regolati da MYCN. La particolarità di questo oncogene sta nel fatto che favorisce la crescita delle poliammine, che sono delle molecole che a loro volta favoriscono la crescita delle cellule. Nel caso di un processo tumorale, il numero di queste poliammine aumenta sensibilmente in quelle malate.
In realtà esiste già un farmaco che impedisce la produzione di queste poliammine e si chiama DFMO. Le cellule tumorali tuttavia riescono comunque a procurarsi le poliammine in quanto le richiamano dall’esterno.
In particolare i ricercatori hanno scoperto che è il gene SCL3A2, che permette di trasportare dall’esterno le poliammine. Conoscendo questo meccanismo, hanno sviluppato un nuovo farmaco, AMXT 1501, che in combinazione col Dfmo, inibisce la proliferazione delle poliammine.
Finora nei test in provetta e su topi geneticamente modificati, la combinazione di queste due farmaci ha dato dei risultati incoraggianti. Pertanto l’obiettivo dei ricercatori è di riuscire a mettere a punto una terapia in grado di potenziare la chemioterapia standard in modo da ottenere dei risultati importanti nel trattamento del neuroblastoma. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.
Il neuroblastoma è una patologia tumorale che colpisce sia i neuroni, sia alcune cellule in fase di sviluppo note come blastoma. I sintomi principali con cui si manifesta sono i seguenti: perdita di peso, febbbre, inappetenza, dolore ossei, rigonfiamento del collo. Se localizzato, può rivelarsi sufficiente il solo intervento chirurgico. Un’altra opzione terapeutica è data dalla chemioterapia, in aggiunta oppure in sostituzione alla chirurgia.
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