Rai Uno cancella L’Aquila – Grandi Speranze. Molti fan sono entrati nel pallone quando si sono accorti che martedì 7 maggio non è andata in onda la quarta puntata. Le ultime tre puntate saranno trasmesse in tv? Quali sono stati i motivi della cancellazione?
L’Aquila – Grandi Speranze non sembra aver conquistato i telespettatori. La prima puntata è stata vista da 3.180.000 spettatori (13% di share), la seconda da 2.442.000 di telespettatori (10.43%), la terza da 2.152.000 telespettatori (9.4%). Visto il notevole calo degli ascolti tv, la Rai ha deciso di spostarla al terzo canale. In sintesi, le ultime tre puntate della fiction diretta da Marco Risi saranno trasmesse ogni venerdì su Rai Tre alle ore 21:20 circa.
Dopo aver appreso la notizia, Giorgio Marchesi ha rilasciato una dichiarazione piena di dispiacere e di amarezza. Ha dichiarato che l’intero cast della fiction L’Aquila – Grandi Speranze ha lavorato con molta onestà. Lui e i suoi colleghi hanno affrontato la fiction con la sola speranza di aiutare i terremotati della città. L’attore è riconoscente a tutti gli aquilani, medici e non, per averlo aiutato a personificare al meglio il personaggio di Franco. Parlando del flop, l’affascinante Marchesi non si è voluto soffermare sui motivi del calo di ascolti perché spettano agli addetti ai lavori.
Nella sezione Posta Dei Lettori del settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, una signora ha scritto una lettera al direttore parlando de L’Aquila – Grandi Speranze. Per lei, la fiction sul terremoto dell’Aquila è stata una grande occasione sprecata. La figura di una bambina scomparsa durante il terremoto e mai più ritrovata ha falsato la realtà. La signora ha specificato che tutte le vittime furono ritrovate in una settimana. Nella fiction non ha trovato nessuna traccia di ‘abruzzesità’. Vedere un personaggio felice quando rientra nella sua dimora dopo un anno, le è sembrato inverosimile. Non ha mostrato segni di dolore o di traumi per il dramma che ha vissuto.
La signora ha trovato inutile l’inserimento di adolescenti problematici, anziani abbandonati a se stessi e quarantenni in piena crisi per conquistare un pubblico eterogeneo. È convinta che per far venire bene un prodotto non c’è bisogno che lo spettatore abbia la stessa età del protagonista.
‘Gli autori avrebbero dovuto ascoltare con molta attenzione i racconti dei terremotati.’
Ha ammonito la signora abruzzese.
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