Padre Graziano Alabi avrà la semilibertà e potrà dire messa

Padre Graziano Alabi
Padre Graziano Alabi

L’avvocato Riziero Angeletti, difensore di padre Graziano Alabi, ha dato alcuni aggiornamenti circa la situazione del suo assistito, riportati dal settimanale Giallo. Il sacerdote, a quanto pare, tra un paio d’anni potrà godere dei primi permessi premio ed essere messo in semilibertà.

Per chi non lo conoscesse, stiamo parlando del sacerdote 50enne, originario del Congo, accusato di omicidio e distruzione di cadavere nei confronti di Guerrina Piscaglia. Il prelato è stato condannato in via definitiva.

La scomparsa di Guerrina Piscaglia

Guerrina Piscaglia scomparve il 1 maggio 2014 dalla sua abitazione sita a Ca’ Raffaello (Arezzo) e mai più ritrovata. All’epoca, padre Graziano Alabi era sacerdote proprio in quel paesino toscano. Tra il prete e la donna ci sarebbe stato un sentimento che andava ben oltre la semplice amicizia. Tuttavia, con il trascorrere del tempo, Guerrina sarebbe divenuta per il prete una sorta di minaccia. Secondo la sentenza da parte dei giudici, Graziano si sarebbe sbarazzato della Piscaglia per evitare che parlasse e facesse scoppiare uno scandalo.

Padre Graziano si è sempre detto innocente

Nel corso delle indagini e del processo, padre Graziano Alabi non ha mai confessato il suo coinvolgimento nella scomparsa di Guerrina Piscaglia. Non ha mai collaborato con gli inquirenti per ritrovare il cadavere della donna. Tuttavia, come dichiarato dall’avvocato Riziero Angeletti, fra due anni il prelato potrà usufruire dei permessi premio previsti dalla legge e potrà tornare a celebrare le funzioni religiose. Questo perché la Chiesa non ha mai adottato, almeno finora, nessun provvedimento nei confronti del sacerdote congolese.

Potrà tornare a dire messa

Una notizia che lascia senza dubbio sorpresi, in quanto fra qualche anno i fedeli potrebbero trovarsi ad ascoltare la messa dalla bocca di un sacerdote condannato per omicidio e distruzione di cadavere, che sta scontando la sua giusta condanna. Un particolare, tuttavia, confermato dallo stesso Riziero Angeletti, il quale ha fatto notare come la Chiesa non ha mai ridotto il suo assistito allo stato laicale.

Proprio per questo motivo, nel corso delle ore di libertà di cui avrà diritto, padre Graziano Alabi potrà, di conseguenza, tornare ad espletare i suoi incarichi ecclesiastici. Tuttavia, come fa notare Stefania Lanfranchi nel suo articolo di Giallo, non sembra che i fedeli siano rimasti così turbati dalla condanna di Graziano.

Prima delle restrizioni dovute al Coronavirus, il prelato riceveva regolarmente decine di persone nel carcere romano di Rebibbia dove sta attualmente scontando la pena. D’altra parte, Graziano Alabi ha sempre accolto con piacere i suoi fedeli, facendosi trovare con in mano un testo sacro come la Bibbia o il Vangelo.