Io e te, Pierluigi Diaco smaschera Mario Adinolfi: “Prima mi insulta e poi vuole…”

Diaco e Adinolfi
Diaco e Adinolfi

Guerra tra Pierluigi Diaco e Mario Adinolfi

Da qualche giorno Pierluigi Diaco è sempre al centro dell’attenzione. Dopo il confronto con Alberto Matano, il conduttore di Io e Te si è scagliato contro Mario Adinolfi. A sua volta il politico giorni fa aveva detto che lo stesso Matano e Beppe Convertini sono omossessuali. Attraverso il suo account Twitter, il giornalista ha condiviso lo screenshot di un messaggio privato del noto politico ad uno degli autori del programma pomeridiano di Rai Uno.

Adinolfi si auto proponeva come ospite al suo format per promuovere il suo ultimo libro. Ricordiamo che tra i due non corre buon sangue, infatti tempo fa avevano avuto degli scontri a distanza. “Ecco l’ipocrisia con la I maiuscola Mario Adinolfi scrive al coautore di ‘Io e te’ Maurizio Gianotti per auto invitarsi in trasmissione a promuovere il suo libro. Dopo aver scritto peste e corna su di me. Faccia da…”, ha scritto Diaco sul social network.

Il politico vorrebbe andare ospite a Io e Te per pubblicizzarsi il suo libro

L’attacco diretto di Pierluigi Diaco su Twitter è nato dalle precedenti parole di Mario Adinolfi. Quest’ultimo aveva detto: “Ho attaccato Pierluigi sul tema omosessualizzazione di Raiuno pensa che colpo (e che ascolti) per un dialogo tra me e lui a ‘Io e te’. La scusa potrebbe essere l’uscita il 1 luglio del mio ultimo libro, Il Grido dei Penultimi”.

Il politico che ha criticato pure Marano e Convertini ha detto che lui non ha nessuna intenzione di essere aggressivo. “Pensaci, sarebbe puntata storica e se avete fatto mezz’ora con Luxuria si può fare mezz’ora anche con chi ha idee alternative a Luxuria…”, ha concluso Adinolfi. (Continua dopo il post)

La replica di Mario Adinolfi

Ma non è finita qui la guerra a distanza tra i due. Infatti, al tweet di Pierluigi Diaco, lo stesso Mario Adinolfi ha risposto in questo modo: “Per inciso pubblicare messaggi privati tra terzi è un reato, pesante per uno pagato dalla Rai. Non ti rimproverò per questo, però. La gravità del tuo gesto non è penale. È l’ipocrisia, vera, di chi prova a farsi bello chiamando in aiuto i compagni di merende. Si chiama lobby”.