SLA: affligge il corpo e la mente e non è necessariamente ereditaria
La SLA attacca le cellule nervose che controllano il movimento volontario, rendendo sempre più difficile, col passare del tempo, muovere le gambe, le braccia e il volto. Molti studi recenti, poi, mostrano che le persone affette da SLA possono soffrire di depressione e avere disturbi nella memoria e nei processi decisionali. Secondo l’ ALS association, il 90% dei pazienti con insorgenza della malattia in età adulta non ha precedenti nella propria storia familiare.
SLA: più comune nei maschi caucasici e con sintomi non improvvisi
Ogni anno vengono diagnosticati circa 5.600 nuovi casi di SLA. La malattia è il 20% più comune negli uomini che nelle donne, e il 93% dei pazienti registrati nel database dell’ALS association è caucasico. La più alta concentrazione di casi si verifica in età compresa tra 60 e 69 anni, ma anche i più giovani possono sviluppare la malattia, infatti, al 29enne che ha dato inizio all’ice bucket challenge, il morbo è stato diagnosticato nel 2012.
Non ci si sveglia da un giorno all’altro incapaci di muovere un braccio o una gamba. Spesso all’inizio i sintomi spno così lievi da passare inosservati. I primi segnali possono includere crampi, muscoli rigidi, lievi contrazioni, o difficoltà a masticare o a deglutire. Alla fine, i pazienti perdono le funzioni vitali come la respirazione e la deglutizione. La maggior parte delle persone vive dai 2 ai 5 anni dopo lo sviluppo dei sintomi e muore, poi, per insufficienza respiratoria.
SLA: nessuna cura definitiva ma una speranza nella ricerca
Anche se non vi è ancora alcuna cura per la SLA, studi clinici dimostrano che un farmaco chiamato Riluzolo (l’unico del suo genere approvato dalla FDA) possa aiutare coloro che lottano con la malattia a prolungare la loro vita di 7 mesi. Ovviamente il medicinale ha comunque i suoi limiti, perché non ripara il danno già subito dai motoneuroni.
La speranza come al solito è nella ricerca ed è auspicabile che con più consapevolezza e donazioni, anche attraverso campagne come l‘ice bucket challenge, nuovi trattamenti possano vedere la luce.